Ancora una volta razzismo. E siamo stufi. Francamente stanchi. Di constatare che la mamma degli imbecilli sia sempre incinta. Siamo nel 2025, proprio come sottolineato dal protagonista e vittima dell’ennesima vicenda di razzismo che coinvolge il calcio italiano, e ancora una volta siamo giornalisticamente costretti a riportar tali accadimenti in copertine. Stavolta parliamo di Moise Kean, il centravanti della Fiorentina protagonista sotto la Fiesole di un’annata sfavillante, quella del suo riscatto, rilancio e forse definitiva consacrazione. L’annata che tra l’altro l’ha rilanciato anche in orbita Nazionale, vicecapocannoniere della Serie A dopo Retegui, solo cinque giorni fa doppietta a smontare l’Inter, prima di incassare rivincita nerazzurra e serataccia ieri a San Siro. Ma fin qui, solo calcio. Fino infatti a stanotte, o meglio stamani, quando, ai tempi di mille leoni da tastiera il calciatore, dopo prestazione sfortunata, ha subito vilmente attacchi social. Messaggi in direct, messaggistica privata su Instagram, che Kean ha deciso di scoperchiare, render pubblica nella sue stories, a denunciare quanto ancora una volta calciatori come lui siano destinati a subire nel 2025. Messaggi riprovevoli. E così chiaramente il suo club si schiera al fianco del suo attaccante, la Fiorentina: “La società viola e tutto il club esprimono la propria vicinanza a Moise Kean, vittima sui social media, al termine della partita disputata contro l’Inter a Milano, di pesanti attacchi a sfondo razzista. Gli autori di tali gesti sono stati segnalati alle autorità competenti”. Eco dell’Inter, particolarmente sensibile a questo tipo di tematiche, dopo il caso Acerbi – Juan Jesus della passata stagione:”Per i valori che contraddistinguono la nostra storia, siamo da sempre contro ogni forma di discriminazione. Ci schieriamo quindi a fianco di Moise Kean e della Fiorentina nel condannare gli attacchi di cui è stato vittima l’attaccante viola”. Ed arriva la solidarietà di JJ, difensorel del Napoli stesso, che manifesta tutta la sua solidarietà aggiungendo quel pizzico di ironia mista a rancore: “Sono con te fratello, vediamo come finisce questa volta”..

