Europa League, pari e patta ad Oporto: spavalda Roma, prestazione e veleni. Ranieri una furia
Sport
13 Febbraio 2025
Europa League, pari e patta ad Oporto: spavalda Roma, prestazione e veleni. Ranieri una furia

Tanti, tanti contenuti. E tanta rovente carne al fuoco. Ad Oporto, forse il playoff più atteso di quest’Europa League, è finita pari e patta: uno a uno al Dragao, tra Roma e Porto ogni definitivo verdetto è rinviato alla gara di ritorno in programma giovedì prossimo all’Olimpico. Una gara che ha fatto saltare più nervi che coronarie alla moltitudine di tifosi romanisti. Una bella Roma: sempre europea, quella di quest’era, fiera e forte, da squadra vera. Prestazione spavalda e bel primo tempo, premiato dall’inserimento che non t’aspetti, quello di Celik, che porta avanti i giallorossi al tramonto poco prima dell’intervallo. Nella ripresa stessa matrice e Cristante sfiora il raddoppio, prima d’incassare ingenuamente il pari sul rinvio di un portiere quotatissimo e ormai sul taccuino dei direttori più prestigiosi d’Europa, Diego Costa, che frutta il pari di Moura a metà secondo tempo che sveglia un ambiente sorprendentemente depresso: non è più quel Porto che fa veramente paura, squadra a tratti spenta, impaurita, Dragao tutt’altro che tutto esaurito. Un contesto ambientale frutto dell’aperta sommossa nei confronti di presidente e allenatore, AVB ed Anselmi. Insomma, tante percezioni che a chi mastica calcio sussurrava e continua a sussurrare Roma. Un’ingenuità che però non scalfigge idea, solidità e mentalità della Roma storicamente, quella di questi anni e di quest’era, versione europea. E continua a giocare. Nonostante, e qui arriviamo al nocciolo fondente, una direzione arbitrale che ha fatto effettivamente discutere. Una gestione dei cartellini che a tratti, francamente, ha lasciato di stucco. Nove cartellini romanisti, due dei quali portano tra l’altro all’espulsione di Cristante che indirizza la gara nel finale. Cartellini rivedibili. E nel post gara, pur signorilmente, pur quel signore in panchina non le manderà a dire: “Chiamo in causa a Rosetti – invoca il designatore Uefa, Ranieri – persona integerrima, ma perché manda un arbitro che in 22 partite continentali la squadre ospiti hanno sommato solo nove pareggi senza vittoria? Ma già lo sapevo, avevo infatti detto ai ragazzi di non protestar mai. Un arbitro che evidentemente si fa influenzare, qui ad Oporto il pubblico soffia.. sembrava quasi stesse aspettando episodio nella nostra area per fargli vincere la partita”. Chiude poi con l’episodio post fischio finale, telecamere che immortalano Ranieri entrare in campo piuttosto vibrante, diciamo così: “Ho detto ai ragazzi di non andare a salutare l’arbitro. Non meritava”. Parole forti, espressioni raramente sentite nel corso della sua infinita carriera. Quando Sir Claudio parla, sa sempre il fatto suo. Ha CV per esprimersi e tuonare così. Roma comunque brava a mantener relativa calma: sarebbe potuta finir molto peggio. Intanto, con Saele ammonito e diffidato e Cristante espulso, saltano già due soldati dal piano di Ranieri per la gara di ritorno all’Olimpico. Che resta tutta aperta. E tutta nelle mani della Roma. Superiore.