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    16 Febbraio 2025
    Federscherma, rivoluzione 2025: Vanni nuovo CT fioretto. Cerioni, che rabbia

    Il 2025 sarà un anno di rivoluzione per la scherma nazionale. Qualcosa trapelava, ieri sono arrivate diverse ufficialità. Cruciali e determinanti. Alcune francamente sorprendenti. D’altronde si sa, insediamenti al vertice possono significare cambiamenti: chi arriva, sente quasi la necessità di imporre del suo anche in maniera forte, a tratti sconvolgente. E non sempre, anzi, porta risultati. La Federscherma aveva infatti eletto Luigi Mazzone come suo nuovo presidente. Ieri, a Catania, il meeting decisivo in cui sarebbero state ratificata decisioni. Bene, Chiadò confermato commissario tecnico della spada maschile. Sdoppiata la sciabola, dove saluta Zanotti per eleggere un tecnico per la maschile e uno per la femminile: tocca a Terenzio e Aquili. Ma la novità più sorprendente, che ha fatto scalpore e che fa già discutere, diventa il cambio di rotta più grosso in casa fioretto, dove fiocca la grande opportunità per Simone Vanni al posto di un’istituzione scaricata, contro ogni pronostico, Stefano Cerioni. L’ex ormai CT della paralimpica per il tecnico jesino. Che l’ha presa malissimo e certamente non le manda a dire. Paga, secondo sibilline voci di corridoio: ingaggio importante, forte necessità di voce in capitolo, fattore Vio. E Cerioni si sfoga sui social, ricordando tutto il suo palmares: “Sessantaquattro medaglie d’oro, 42 d’argento, 46 di bronzo, 152 podi totali tra Coppa del Mondo, campionati Europei e Mondiali, e Olimpiadi. Questi sono i risultati della mia gestione alla guida del fioretto maschile e femminile dal 2021 fino agli ultimi trionfi nelle gare di Torino della scorsa settimana. Li rivendico nel momento in cui la Federazione ha deciso di non confermarmi nel ruolo di commissario tecnico. La vanità non mi appartiene, il lavoro sì. Voglio farlo per il rispetto morale e professionale che devo a me stesso e alle atlete e agli atleti, alle maestre e ai maestri e a tutti i componenti dello staff – nessuno escluso – che con il loro impegno e le loro capacità hanno contribuito al raggiungimento di traguardi che solo l’Italia può vantare nel mondo. La competizione fa parte della mia vita da mezzo secolo. In pedana o a bordo pedana cambia niente, perché il tentativo di battere l’avversario è una sfida che richiede studio, passione, tenacia, intelligenza, capacità e voglia di migliorare. Sempre. A patto però di avere l’avversario di fronte e non dentro casa. Ritengo ingiusta, sbagliata e illogica la decisione della Federazione di non confermarmi alla guida del fioretto maschile e femminile. Mi è stato detto che si tratta di una scommessa. Parola fuori posto in un contesto dove contano i valori dello sport nel senso più alto del termine. Valori che non contemplano giochi di potere o labirinti politici. Noi non abbiamo trovato il tesoro senza muovere la terra. Io, le atlete, gli atleti e lo staff abbiamo costruito e cementato un gruppo compatto e granitico che porta soddisfazioni e trofei a se stesso e all’Italia. Lo dico con orgoglio e senza falsa modestia: lascio il fioretto molto meglio di come l’ho trovato”.