di Simona Tenentini
CIVITAVECCHIA – “Abbandonata dalle istituzioni e dal Comune ora rischio di andare in mezzo alla strada con un figlio a carico”.
L’angosciante grido di dolore è quello di Alba, una donna di Civitavecchia che, a sessant’anni, si trova disoccupata, con un figlio da poco diciottenne e con un foglio di sfratto esecutivo dal prossimo 4 aprile.“Sono in una situazione disperata – racconta – vivo da circa sette anni in un appartamento in affitto ma da un anno e mezzo purtroppo mi sono trovata senza lavoro e quindi impossibilitata a pagare la pigione.
Ora il proprietario mi ha intimato di lasciare l’abitazione e sinceramente non so più dove sbattere la testa – prosegue – mi sono rivolta sia al Comune che all’Ater ma il continuo rimpallo di responsabilità mi ha solo fatto perdere un sacco di tempo e nessuno è riuscito a trovare una soluzione concreta.L’Ater dichiara di non avere alloggi a disposizione quando in realtà non è così, il Comune mi ha detto che avrei dovuto cercarmi una casa in affitto e poi loro mi avrebbero aiutato a sostenere i relativi costi.Purtroppo io ho cercato disperatamente una sistemazione per me e per mio figlio sia a Civitavecchia che in località vicine come Santa Marinella ma nessuno è disposto ad affittare ad una donna sola senza un lavoro e nessun garante.
A nulla sono valse le mie lacrime ai Servizi Sociali del Comune, purtroppo le difficoltà burocratiche sono, molto spesso, gli ostacoli più difficili da sormontare.”“Ci tengo a sottolineare – prosegue – che il padre di mio figlio è in carcere da circa sette anni, poiché, dopo ripetute violenze e reiterati episodi di stalking sono stata costretta a denunciarlo.I Servizi Sociali sono perfettamente al corrente di questa situazione, tanto da aver fatto seguire, i primi tempi, anche mio figlio con un supporto psicologico.
E’ da quel momento che mi sono trovata senza una fonte di sostentamento ed ora mi trovo prossima a lasciare la casa in cui abito nel giro di brevissimo tempo, in sostanza, se la denuncia mi ha liberato da un pericolo mi ha, contemporaneamente, gettato in un altro.Sono veramente disperata – conclude Alba – e quello che mi fa ancora più male è il silenzio assordante di tutte le istituzioni che invece ti dovrebbero tutelare.”

