Alla fine niente derby. La Capitale s’è fermata, ha tremato, da ieri sera non si parlava d’altro. Trepidazione, ansia totale, ma alla fine l’urna di Nyon ha emesso il suo verdetto: agli ottavi non sarà alcun derby Roma-Lazio, che avrebbe traumatizzato le coronarie di una città. Le due strade si dividono: vicinissime, ma non si incroceranno. IL 50/50% di possibilità sorride decisamente ai biancocelesti, che pescano l’abbordabilissimo Vitkoria Plzen in Repubblica Ceca e raccolgono, adesso sì, la meritata eredità di una fase campionato (quella prevista dalla nuova formula) con meritocrazia. Tra l’altro, il loro ritorno sarà all’Olimpico; tutt’altro che sorriso smagliante invece in casa Roma, che oltre al ritorno in trasferta, evita sì il derby ma centra una delle favorite: ritrova l’Atletico Bilbao, città pasca dal fortissimo senso d’appartenenza e che quest’anno non sogna nient’altro che la sua finale in casa. Il ritorno, tra l’altro, proprio nella Cattedrale del San Mames. E non finiscono qui gli scherzi del destino del folklore romanista: ai quarti, in caso di missione riuscita e colpo grosso quale sarebbe l’infliggere l’eliminazione al Bilbao, potrebbe esserci Jose Mourinho se col suo Fenerbahce dovesse eliminare i Rangers. In un versante che prevede forse l’ottavo più altisonante, quello tra Manchester United e Real Sociedad. Dall’altra parte del tabellone, quella laziale, il Tottenham evita proprio San Sebastian e ritrova l’AZ; in caso di quarti una tra Ajax e Francoforte per gli Spurs.
