La settimana di Lautaro Martinez. Prima le polemiche a cavallo tra lunedì e martedì per quella prova tv che non fece scattare alcuna squalifica: mancava audio, evidentemente impossibile stabilire se quelle imprecazioni fossero bestemmie o blasfemie; poi il sabato sera, quello in cui l’Inter più in difficoltà della stagione (contratta, poca mole e grossissima fatica a costruire occasioni per sbloccare una partita in cui tra l’altro serviva ancor più rabbia agonistica per arrivare col fisico dove non s’arriva coi piedi) si salva battendo 1-0 il Genoa e sorpassando momentaneamente il Napoli proprio grazie al ruggito del suo capitano: gol fortunoso ma decisivo, deviazione fortuita di Masini su corner ben tirato da Calha, alla fine la Lega premia testata e graffio del Toro l’unica mossa per cui ad un quarto d’ora dalla fine crolla una delle realtà più belle del momento, quale il Genoa di Vieira. Ancora una volta onesto e spavaldo, messo molto bene in campo e difficile da giocarci contro. Uno a zero e Inzaghi che adesso, almeno per le prossime 12 ore, non farà nient’altro che aspettare il risultato del Napoli a Como. Genoa tosto? Figuratevi il Torino, tosto.. e pure forte. Gennaio ha inserito qualità, tra l’altro, tra Elmas e Casadei. E contro un avversario così debole tra le sue contrazioni, tensioni e veleni interni/esterni (contesto che Conceicao non fa altro che contribuire a renderlo ancor bollente), arrivano altri tre punti. Follia Maignan, Pulisic che sbaglia rigori, cambi e sfuriate all’intervallo, Leao punito, scelte tecniche e letture nel secondo tempo completamente sbagliate (ancor più discutibili di quanto di fallimentare offerto col Feyenoord), nonostante Reijnders il Milan crolla ancora, pure in Piemonte: 2-1 granata, notte fonda per i rossoneri. Che restano settimi: piazza furibonda, e stavolta non solo con proprietà e dirigenza.

