Lo spirito è quello giusto. Nonostante gli alti e bassi di una stagione paradossale, difficile e complicatissima sotto ogni punto di vista, ambientale su tutti, il Latina è vivo. E tutto si può dire a Boscaglia tranne che non riesca a nuotar come si deve, dall’alto della sua infinita esperienza, in mari del genere: navigatissimo tecnico, questi sono i suoi mari. Nella discontinuità cronica del club specchio di un girone C di C che cambia da un momento all’altro, il Latina c’è. Vivo. Vivissimo. Come dimostra il punto di sabato in una sfida sempre sentitissima. Il Francioni ha risposto presente. Scravaglieri, grande storia, bentornato: nonostante quell’infortunio, il prodotto del settore giovanile (orgoglio nerazzurro che vale doppio) con quel pari che riflette e consegna merito alla splendida reazione per lo svantaggio iniziale, consacra la bontà del lavoro del settore giovanile nerazzurro stesso negli anni. In qualche modo, dopo ogni cappotto, gli uomini di Boscaglia sanno sempre reagire. Anche senza Ciciretti. E contro un avversario come il Benevento, che veniva con le massime ambizioni e quella vittoria che manca da oltre un mese in casa giallorossa, nel secondo tempo serviva spirito di sacrificio per portarsi a casa un punto così sofferto ma così fondamentale. Uno a uno che non cambia classifica e contesto, ma che senz’altro calma le acque e testimonia un aspetto solo, il più importante: il Latina è vivo. Prossimo weekend una delle sfide dell’anno: quella col Team Altamura, ritorno di un’andata rovente, che costò la panchina a Padalino. Sfida del cuore, fu scherzetto dell’indimenticato Di Donato. 30 punti e sedicesimo posto per i nerazzurri, 34 e quattordicesimo per i pugliesi: sfida dell’anno?

