Clamoroso all’Allianz. Un botto che fa rumore, eccome. Mediatico, eccome. La Juventus esce dalla Coppa Italia, competizione in cui era campione in carica, competizione che poteva diventar il salvagente di un primo anno Motta, fin qui, francamente assai deludente, per usare un eufemismo. In semifinale va l’Empoli che scrive radiose pagine della sua storia (per la prima volta un traguardo del genere, affronterà il Bologna di Italiano) nel momento più complicato della sua stagione, terzultima e senza vittorie in campionato da troppo tempo; lo fa prima sbloccandola col super gol di Maleh, poi resistendo al pari di Thuram, quindi trasformando perfettamente i suoi calci di rigore e sfruttando gli errori di Vlahovic e Yildiz, che condannano e arrestano il percorso della Vecchia Signora ai quarti di finale. Già, fuori. Juve fuori, eliminata dall’Empoli. Prestazione tremendamente superficiale e primo tempo letteralmente inguardabile; leggermente meglio nella ripresa, ma se vesti quella casacca non può mai bastare. Delude la coppia pesante: Kolo e Vlahovic, per la prima volta insieme, non funziona. Non può funzionare. Mai nel calcio di Motta. Ma c’è molto di più. Squadra senza leadership e senza mordente, due concetti fondamentali di mentalità e vittorie bianconere. Oggigiorno totalmente assenti, nonostante 200 milioni spesi sul mercato. E quella direzione, presa da Giuntoli per cui scelto Motta, vista fin qui troppo a singhiozzi. Una settimana dopo Eindhoven, fuori con l’Empoli. Aggravante. E Motta andrà così durissimo nel post gara ai microfoni di Mediaset: “Stasera mi vergogno, provo vergogna. Atteggiamento sbagliato, totalmente. Non devi abbassare la testa, come se non fosse tua responsabilità e scaricarla sui compagni. Qui non si può prendere senza dare. Devi star sempre dentro e dar il massimo. Ma ho sbagliato io, a non far capire ai miei calciatori l’importanza della gara e quella di vestire questa maglia. Posso accettare errori, non un atteggiamento del genere, quello con cui abbiamo fatto il primo tempo. Mi fa male proprio questo. Ora chiedere scusa ai tifosi, a questo club e alla sua storia. Oggi abbiamo toccato il fondo”.

