di Simona Tenentini
ROMA – “Oggi mangiamo granchio blu! Eccezionale”, scriveva a fine agosto del 2023 il ministro Lollobrigida pubblicando su Instagram la foto di un pranzo domenicale con la premier Meloni in una masseria della Puglia, per incentivare il consumo del crostaceo fino ad allora considerato un pericolo ambientale ed economico.
Sempre all’epoca, questa era la sua convinzione: «Conoscere e apprezzare il granchio blu è la soluzione per salvare il nostro ecosistema. Mancando un predatore nel Mediterraneo, è necessario che sia l’uomo ad assumersi la responsabilità di intervenire: da un lato i pescatori e dall’altro noi, iniziando a comprare questo crostaceo, scoprendone il gusto e il valore nutrizionale». La battaglia ormai era già persa e se proprio il nemico granchio blu non può essere battuto, tanto vale farselo in pentola.”
“Da problema a valore, successo del sistema Italia”, ribadiva, sempre Lollobrogida, quasi un mese fa a margine della presentazione del piano per contenere il granchio blu.
“Abbiamo lavorato in questi anni con il commissario Caterino, con gli assessori regionali e con i sindaci dei territori colpiti dall’emergenza granchio blu, sostenendo le azioni che venivano proposte per affrontare un nuovo fenomeno. Abbiamo lavorato poi con i centri di ricerca e con tutti coloro che potevano contribuire alla redazione di un piano efficace sia per il rilancio delle attività di acquacoltura, che per noi sono fondamentali, sia per utilizzare il granchio blu ai fini di crescita economica anche attraendo investimenti esteri molto interessati al prodotto.”
Giusto il tempo di inquadrare il granchio blu come un prodotto d’eccellenza che arriva, proprio stamattina, una nota del senatore di Fratelli d’Italia, Alberto Balboni:
Degustazione ostriche per sostenere categoria pescatori contro granchio blu.
“Martedì 4 marzo, a partire dalle 12.30 e fino alle 14, sarà offerta una degustazione di ostriche, coltivate nella Sacca di Goro dal Consorzio Pescatori di Goro, presso il ristorante del Senato. Le ostriche di Goro rappresentano un’importante alternativa economica alla coltivazione delle vongole veraci, ormai compromessa dall’abnorme proliferazione del granchio blu. Si è infatti riscontrato che il granchio non riesce a frantumare il guscio dell’ostrica, a differenza di quanto fa facilmente con quello delle vongole. Ho avuto modo di assaggiare l’ostrica di Goro e garantisco che non ha nulla da invidiare a quelle di importazione. Promuoverne il consumo ha pertanto l’importante scopo di sostenere il reddito di una intera categoria in un momento di grave difficoltà, nonché di favorire la conoscenza di un prodotto nazionale di eccellenza che non teme confronti. Questa iniziativa ha l’obiettivo di sostenere i pescatori che stanno cercando un prodotto con cui sostituire le vongole falcidiate dal granchio blu. Solo a Goro sono 1500 famiglie”.
La confusione, insomma, regna sovrana e resta da capire se il granchio blu sia una risorsa o un pericolo per la nostra economia.


