Non ci sarà alcun italiano in semifinale a Dubai per l’ATP 500 mediorientale che dopo Doha descriveva ancora protagonista Berrettini. Il capitolino nonostante buon cammino, esattamente come in Qatar, non riesce ad andare oltre i quarti di finale; stavolta a batterlo è Tsitsipas, avversario tra i più importanti di questi anni, rasentante la Top 10, lui, il greco, oggigiorno 11° nel ranking ATP. Due ore di battaglia e partita piena di contenuti, giocate, classe e qualità. E pur risultati sorprendenti. Perché proprio Berrettini in onore del suo soprannome martella Tsitsipas, uscendo sconfitto al tiebreak del primo set chiuso 7-6 per un passante straordinariamente sorprendente lungolinea dell’avversario). Non puoi far nient’altro che far i complimenti all’avversario e reagire come i grandi campioni; e la reazione è da campionissimo, Matteo brilla e demolisce il secondo set, chiuso addirittura 6-1. Nel terzo però, quello decisivo, nonostante combattimento e giocate da una parte e dall’altra, alla fine decide una volée in controtempo che lascia tutti di stucco, sia pubblico che Berrettini, e consegna Tsitsipas alle semifinali. Peccato, perché si chiude ancora ai quarti la seconda avventura in Medio Oriente del Martello ed in semifinale avrebbe affrontato Griekspoor, abbordabile, per batterlo ancora. Per Tsitsipas diventa il secondo italiano eliminato nella competizione, dopo Sonego ad inizio settimana. Uno Tsitsipas osso duro ed evidentemente indigesto ai nostrani. Uscire ai quarti in casa Berrettini alimenta qualche rimpianto, seppur battuto soltanto da due grandi giocate dove devi toglierti il cappello. Un quarto a cui s’arrivò in Qatar dalla splendida vittoria storica su Djokovic, un quarto stavolta dove aveva battuto Monfils e O’Connell più alla portata. Ma il Martello sta bene: così vivo nei 500, utopia anni fa.

