Come descritto in precedenza con l’eliminazione di Matteo Berrettini che ancora ai quarti esattamente come nella kermesse di Doha saluta pure l’ATP di Dubai 500, in Medio Oriente non rimane più alcun azzurro: s’è chiusa pur la felice parentesi di Luca Nardi. Il 21enne di Pesaro esce agli stessi quarti del ben più esperto Martello: tra rimpianti, sì, ma pure applausi. Perché centrare un quarto di finale di un 500 non capita tutti i giorni: è il miglior traguardo della sua carriera, vetta e punto più alto, fin qui. Che dovrà esser bravo adesso a valorizzare, ad inquadrarlo come trampolino, punto di partenza. Dopo aver eliminato Fucsovics e Bergs infatti, ai quarti ribalta e vince il francese Quintin Halys. E considerando il livello d’un 500 per definizione superiore ai 250, gli ostacoli erano alla portata: basti pensare che il francese adesso affronterà Auger-Aliassime e che Tsitsipas se la vedrà con Griekspoor da assoluto favorito, a questo punto. Questo deve alimentare rimpianti soprattutto di Matteo Berrettini: poteva osare il colpo grosso, grossissimo. Ma è vivissimo, come descritto, il buon Martello: solo anni fa era fantascienza rivederlo protagonista a questi livelli e con queste ambizioni. Rimpianti che toccano per l’appunto pure il giovani Nardi che vince e domina il primo set salvo poi pagar inesperienza nel secondo quando, avanti di un break, perde quattro game consecutivi. Dopo due ore di battaglia alla fine la differenza la fa il dettaglio ed al tiebreak decisivo arriva la giocata di Halys che pizzica la riga con un tocco a rete per centimetri che citando Al Pacino avrebbero fatto differenza tra vittoria e sconfitta. E così è stato. Beffa. Ma deve ripartire da qui. Bagaglio d’esperienza, conoscenza e soprattutto orgoglio.

