di Simona Tenentini
VASANELLO – Un preoccupante spaccato sul fenomeno delle gang criminali è stato delineato ieri, al cinema Albertone di Vasanello, nel corso del primo incontro della quarta edizione di Dark Side- Storia segreta d’Italia.Ospiti dell’appuntamento, Franco Gabrielli (ex capo della polizia, prefetto e direttore dell’Aisi) e e Walter Massimiliani, autore del libro Pandillas: il primo testo specifico sulla criminalità giovanile e le baby gang, definito, proprio per questo, nella prefazione a cura di Franco Gabrielli.
“Un lavoro investigativo che compendia numerose operazioni con significativi risultati anche sotto il profilo delle misure cautelari emesse e la sua resa letteraria, ci restituiscono una illuminante rappresentazione di questo fenomeno sociale e criminale” . Diverse le personalità di spicco intervenute per l’occasione, a partire dal prefetto di Viterbo, Gennaro Capo, al segretario generale del Mosap, Fabio Conestà e alla comandante della stazione dei carabinieri di Vasanello, Rosa Magliulo. Al centro del dibattito, un interessante viaggio nel torbido mondo della delinquenza che parte da fatti reali accaduti tra il 2006 ed il 2018 in diverse zone cruciali di Milano, particolarmente segnate dalla cancrena delle Pandillas.Si tratta di veri e propri sodalizi, con esponenti prevalentemente di etnia sudamericana, strutturati alla stessa stregua delle organizzazioni criminali, che ricalcano, per la struttura verticistica, le gerarchie mafiose.Ogni banda ha un proprio codice, un proprio linguaggio, fatto di simboli, di riti e di abbigliamento che l’autore del libro, Massimiliani, attraverso ricerche, studio ed indagini è riuscito a decodificare, fornendo un importante strumento di studio.“Un fenomeno strutturato e, se vogliamo, “tipizzato” – ha sottolineato Gabrielli – diverso da quello delle bande giovanili che, invece, hanno un carattere più temporaneo, fluido, e quindi più difficile da governare.

Tutto ciò contribuisce, insieme alla preoccupante escalation di reati come i borseggi e le rapine in strada, ad aumentare la percezione di insicurezza che ha origini lontane, da collegare al tema mai risolto dell’integrazione.”
“Quello che più mi inquieta è l’irrefrenabile dilagare di questo fenomeno che, da Milano, patria di nascita, sta, in maniera lenta ma inesorabile, avvelenando Roma ma soprattutto la provincia.In definitiva – ha infine concluso in maniera dirompente Gabrielli – mi preoccupa più Viterbo che Milano.


