Non è il momento migliore per l‘Inter. Senz’altro per assenze e pesanti defezioni, senz’altro per uno smalto logisticamente poco brillante nelle ultime settimane, senz’altro perché chissà nella prima lunghissima stagione da undici mesi col Mondiale per Club come Inzaghi ed il suo staff abbiano allestito e programmato la preparazione (per esser pronti o al top, magari, fra qualche mese). Un inverno in cui l’Inter, comunque, non ha fatto alcun danno; pur senza esser brillante. E quando chiamata in causa, quando conta, dimostra sempre d’esser l’Inter: la miglior italiana, indipendentemente da chi vincerà lo Scudetto, per organico e mentalità. Non a caso l’unica rimasta e che ambisce a vincere la Champions. Ed ecco che a Rotterdam spedisce lezione di serietà, forza e mentalità ai cugini rossoneri, insegnando loro come si batte il Feyenoord: ottavi incanalati, doppio ruggito olandese, torna a timbrare e decidere la premiata ditta, Thuram al volo prima e Lautaro ad inizio ripresa poi per il 2-0 finale che viste le condizioni basta eccome, nonostante qualche doveroso rimpianto per rigore sbagliato da Zielinski che avrebbe potuto chiudere ogni discorso. Inzaghi lavora bene con la rosa, decisamente; totale emergenze sulle corsie e Bastoni quinto, ma equilibri comunque perfetti. Formazione rimaneggiata e “seconde linee”, ma quarti sostanzialmente in cassaforte. Tranquilli, nerazzurri, comunque: pratica decisamente incanalata, fra una settimana ritorno a San Siro. Nel frattempo la partita perfetta per gestire energie in campionato: si può serenamente pensare al Monza, fanalino spacciato, ospite sabato al Meazza.

