Italia in lutto. Novecentesco e generazionale: addio Bruno Pizzul, l’espressione tricolore
Cronaca, Sport
5 Marzo 2025
Italia in lutto. Novecentesco e generazionale: addio Bruno Pizzul, l’espressione tricolore

Non era certamente questo il modo in cui milioni di italiani stamani avrebbero voluto accarezzare il risveglio. La notizia è di quelle che trafiggono il sentimento, che t’arrestano la colazione, che diventano più riflessive e malinconiche, che lasciano attoniti amanti dello sport tricolore, e non solo. Generazioni e generazioni. Stanotte s’è spento Bruno Pizzul. Probabilmente la più grande divinità della telecronaca italiana, tra le massime istituzioni di sempre del giornalismo sportivo tricolore. Storica voce della Nazionale di calcio, col suo modo unico e quella contagiosa classe accompagnata e dipinta di citazione che fendevano cuori di generazioni, s’è spento nelle sue terre ad 86 anni; nato ad Udine nel lontano 1939, spentosi a Gorizia, stanotte. Laureato in Giurisprudenza, entrò in Rai nel 1969: il resto è storia. Cinque mondiali e quattro Europei, forse più di ogni altra la voce tricolore calcistica: quando gioca l’Italia, la dipinge Bruno. Con quell’inconfondibile “Roberto Baggio” e quell’esplosione di Notti Magiche, quelle di Italia 90. Parliamo di uno dei più grandi senza mai tralasciare i primi grandi appuntamenti in chiaro delle squadre di club: svizzero e puntuale ad ogni loro grande appuntamento tra cui l’Heysel, prima di lasciare ed andare in pensione nel 2002. Istituzione. Sorridente, signorile, profondo. Infinita profondità di pillole e chicche e manifesto di quel giornalismo novecentesco e quel modo di descrivere e narrar così romantico: la sua voce ha fatto sospirare generazioni. Se ne va uno dei più grandi.