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    Sport
    8 Marzo 2025
    Milanesi, fantasmi e rimonte: doppio 3-2, Inzaghi allunga e Cenceicao respira

    Il comun denominatore per descrivere il sabato di Serie A è la parola remuntada. D’origine chiaramente spagnola o latina, ma che stavolta calza a pennello ambedue le milanesi. Storie e destini, ciascuna per i suoi rispettivi obiettivi. Che paura a San Siro, dove l’Inter vede francamente le streghe. Un’Inter meno compatta e sorpresa dal Monza che senza nulla da perdere, nel più atipico dei testacoda, prepara la partita perfetta: bravo Nesta e brianzoli avanti all’intervallo. Prima Birindelli poi il gioiello dell’ex che vuol dimostar d’esser ancora vivo, Keita Balde; fortunatamente per i nerazzurri Arnautovic riapre entro il duplice fischio. Nella ripresa è monologo, l’Inter tesse e palleggia, attacca, a tratti in maniera palesemente tambureggiante. E con l’esperienza d’una squadra esperta, matura e vincente che sa bene che prima o poi i gol arriveranno, prima pareggia con la staffilata di Calha, poi sorpassa con Lautaro. Tre a due per l’Inter che significa momentaneo allungo sul Napoli, che oggi dovrà necessariamente scardinare la Fiorentina con le risorse che gli son rimaste se vuol restar in scia, soprattutto per consegnare carne al pari di Billing. Remuntada e tre a due, specchio e fotografia pur dell’altra milanese. Un disastroso Milan che, dai bassifondi del suo nono posto, prova a riaccendere la sua stagione domestica. Nonostante un’altra ora in cui sembrava girar tutto storto: doppio Krstovic, quest’anno esploso, rossoneri sotto due a zero a Lecce in piena ripresa. Poi s’accendono i tenori e allora prima l’autogol di Gallo, quindi gli spunti, quindi prima il rigore del pari poi il sorpasso entrambi timbrati e graffiati da Capitan America, Pulisic. Conceicao prova a spegnere turbolenze e polveriere: il Milan, in qualche modo, riparte. Nonostante scelte tecniche, soprattutto quelle iniziali, che hanno fatto ancora discutere e non poco. In caso di quarta sconfitta consecutiva, forse la società non avrebbe avuto scelta che sollevare il secondo allenatore della stagione milanista. Tra gli altri risultati che completano il puzzle del sabato vanno annoverati quelli del primo pomeriggio. A partire dal pareggio pirotecnico tra Parma e Toro: 2-2 al Tardini, benvenuto in Italia Pellegrino, figlio d’arte, doppietta a regalare in doppia rimonta un punto d’oro a Chivu. Remuntada evidentemente comun denomitare e filo conduttore d’articolo. Beffa pure per il Como, l’ennesima della sua prima stagione che con un pizzico di esperienza e malizia in più avrebbe potuto vantare altra classifica: non basta Ikoné, lariani riacciuffati dall’ennesimo punto speranza del Venezia all’ultimo respiro per l’uno a uno finale.