
Gli scherzi del destino. Scherzi del tabellone di una Champions che, con la nuova formula, non solo ha proposto un City-Real ai sedicesimi, bensì pure un Liverpool-PSG agli ottavi. Queste sono semifinali: un peccato che favorite del genere possano abbandonare la competizione già a marzo. E questa sì che è stata spartiacque. Esce sorprendentemente il Liverpool, squadra vera, composta da giocatori forti forti in ogni reparto, cocktail perfetto tra esperienza, frecce, fisicità e gioventù. Aveva tutto. Se la favorita resta il Real, per ovvi motivi e organico di mostri generazionali, il Liverpool che ha sbranato una Premier già in cassaforte restava calcisticamente l’altra grossa candidata, per i razionali. Esce la prima della classe delle 36 regine d’autunno. E quando ribalti ad Anfield dopo aver perso in quella maniera la gara d’andata, la standing ovation va fatta al Paris: il tema è chiaro, oggigiorno, meno primedonne e più squadra, come sottolineerà patron Nasser raggiante nel post gara. La mentalità perfetta, quella d’aver resistito mentalmente alla più classica delle beffe interne incassate immeritatamente nel finale al Parco dei Principi, per rilanciare ed andare a fare il colpo in un tempio come Anfield; non solo, dirlo e farlo, davvero. E quando vinci in quei templi Champions lì, perché a queste latitudini storia e musichetta contano eccome, diventa manifesto. Statement. Dopo 15 anni di investimenti e ambizioni più chiacchierate e mediatiche che perseguite come una squadra vera dovrebbe fare, adesso il vento è cambiato. Quel vento che ha definitivamente spirato alla monetina: vince Hakimi, niente rigori sotto la Kop, bensì sotto la curva Paris. A proposito di storia. Per il resto cos’aggiungere in un editoriale rispetto ciò che comunemente si legge? Partita dell’anno per ritmi forsennati, elevazione del football che sembra tennis, una stoccata da una parte e dall’altra. Calcio europeo ai massimi livelli, stato puro. Forse, la gara dell’anno. Dal discetto mille storie e destini, tra l’altro: quel Gigio, monumentale e planetario, mostro vero, mostro negli occhi dei britannici d’Anfield a cui chissà, sarà sovvenuto quel fantasma di Wembley 2021. Tra gli ipnotizzati, da lui gigantesco, pure Darwin Nunez, forse l’unica parentesi meno brillante dell’annata rossa, scaricato da Slot ma lanciato nel momento più complicato, a fallire. Sarà addio a fine stagione? Primavera e festa Premier, poi altre direzioni. Stasera derby di ritorno a Madrid, col Cholo che sogna il colpo europeo contro la massima istituzione da due risultati su tre, palesemente favorita ma Wanda ribollente; Villa per chiudere ogni discorso col Brugge e per conquistarsi proprio Parigi; a Londra Arsenal-PSV amichevole e dignità, Lille-Dortmund biglietto Barcellona.