MADRID – Il momento più florido degli ultimi anni di Matteo Arnaldi. Se in Spagna è stato blackout, metaforicamente e non, per i romani Cobolli e Berrettini, lo stesso non si può dire per il sanremese che a Madrid sta scrivendo alcune delle pagine più belle della sua carriera.

Centra i quarti di finale di un Masters 1000 per la seconda volta in carriera; la volta scorsa, unica nella sua cronistoria, risale a Montreal 2024. Stavolta diventa il cammino però l’aspetto più glorioso, proprio per il livello degli avversari battuti: il boom, quello mediatico, deriva dal colpo inflitto a Djokovic contro ogni pronostico ai sedicesimi, d’altronde non potrebbe essere altrimenti.

Un colpo che gli vale virtualmente l’accesso alla Top 40, quello del giovedì: battuto infatti pure Tiafoe in un’ora e mezza di gioco, partita dominata alla perfezione ma soprattutto gestita al meglio quando nel finale rischia il ritorno di fiamma dell’avversario prontamente però definitivamente sconfitto al Tiebreak.

Un 6-3 e un 7-5 dunque, per un doppio set a zero che consegna all’azzurro l’accesso ai quarti di finale. Per Matteo è forse il momento più alto della propria carriera.