S’è chiusa ai quarti di finale la grande avventura di Matteo Arnaldi ai quarti di finale di Madrid. Una cavalcata straordinaria e forse il punto più alto nella sua carriera: perché arriva e fiocca in un 1000, soprattutto considerando il livello degli avversari battuti. La vittoria su Djokovic ha fatto il giro del mondo, Matteo mette muso eccome quantomeno tra i top 40 nel ranking ATP. Non è stato però il primo maggio desiderato.
Nella serata madridista, con tanti italiani collegati a sostenerlo e soffiargli dietro anche a distanza, non sono arrivate quelle semifinali sognate e desiderate: ha vinto Draper, ha vinto il britannico, l’ha fatto tra l’altro pur nettamente, chiudendo la contesa 6-0 e 6-4. Pochi rimpianti: interpretazione fallimentare, mai in gara, lezione in un primo set durato appena 25 minuti. E fa male, in quarto a Madrid.
Ma più che colpa Arnaldi, va fatta la standing ovation alla nuova forza del tennis britannico: Draper, mozzafiato, entra per la prima volta in carriera in Top 5. Musetti ha visto eccome la partita, ha studiato eccome l’avversario: stasera semifinale, spetterà lui vendicare il sanremese.


