Una maledizione durata più di un decennio. Qualcosa di rarissimo, difficilmente pensabile nel mondo del calcio moderno, soprattutto del campione e della grandezza del calciatore protagonista del pezzo. Una maledizione diventata realtà, quella di Harry Kane. Uno degli attaccanti più forti del mondo, da tempo, da tanto tempo. Da troppo, per non aver ancora vinto trofei, campionati, Champions.
LA CARRIERA Per un decennio bandiera del Tottenham, lui, cresciuto a Londra nord, che sgomitando si fece strada in prima squadra, per poi scoppiare e diventare prima grande, quindi uno dei più grandi. Ha saputo trascinare il Tottenham prima e l’Inghilterra poi ai massimi livelli, ma tra Premier sfumate, finale di Champions persa, doppia finale Europei coi tre Leoni persa, aveva già sofferto troppo.
BAVIERA Il trasferimento al Bayern e l’esplosione del Leverkusen. Era troppo, era davvero troppo. Persino le divinità calcistiche si son dovute arrendere: una mano sulla coscienza, pur dopo l’ultimo scherzo di sabato a Lipsia, e quindi domenica è potuta matematicamente partir la festa. Fiumi di birra, a brindare alla sua nuova vita tedesca, Bayern matematicamente campione di Germania, Bundes che torna in Baviera. Per l’ultimo titolo di Muller.. per il primo di Kane. Abbraccio all’amico fraterno Dier, ex compagno di un decennio al Tottenham di mille battaglie, e primo trofeo ad abbattere una maledizione che nemmeno i migliori stregoni medievali avrebbero potuto disegnare.
ESEMPIO E VALORI Kane, Inghilterra e Tottenham sembrano accumunati da un unico destino. Glorioso, ma spesso e volentieri infausto. Senz’altro crudele, nell’ultimo decennio. Ma il tempo, quantomeno per lui, non è ancora galantuomo. Non può esserlo. Per un campionissimo così. Esempio, cultura del lavoro, immagine pulita, padre di famiglia. Senza parlar del calciatore: nove e mezzo come pochi, mai nati.
NON BASTA Non siamo qui a tesser le lodi o decantare ancora una volta le qualità tecniche e calcistiche uniche. Ma siamo qui per sostenere che quel tempo, e quella fortuna, ancora gli devono tanto. 32 anni e ancora diversi capitoli da scrivere. Forse gli ultimi, prima del tramonto. Ma radiosi, non possono esser altro.

