
Libri e romanzi. Spettacolo senza senso. Cinema assoluto. Finale al cardiopalma, 120 minuti mozzafiato, ancor più belli e pazzeschi dell’andata, ma alla fine l’Inter batte il Barcellona 4-3 e diventa la prima finalista di Champions League 24/25. Una delle semi più belle dell’ultimo decennio, trame scritte dai migliori sceneggiatori, sotto la tempesta di San Siro. Gioia, quindi lacrime, poi redenzione, quindi urlo liberatorio: missione compiuta, l’Inter vola in finale. Domani l’altro atto tra PSG ed Arsenal.
LA PARTITA Preperazione perfetta, ancora una volta, quella di Inzaghi. Fame e San Siro, Barca linea alta, doppia infilata: prima Lautaro, quindi Calha dal dischetto, 2-0 all’intervallo lungo. Ma nella ripresa Flick sceglie l’alternativa al piano A: solo migliorare lo stesso piano A. Che funziona, se hai un fenomeno come Yamal. Il Barca palleggia da Dio e mette sotto i nerazzurri, Lamine Illumina tra lampi e giocate. Parte la rimonta, dominante, chiusa da Raphinha. Sembra finita, San Siro in lacrime; quindi tutti avanti, assalto finale, Acerbi gira come Altobelli e spedisce con un altro 3-3 del destino tutto ai supplementari quando ogni speranza sembrava tramontata. E allora sotto con l’ultima mezz’ora con una novità, più romantica, forse più interista: l’acquazzone, tempesta a San Siro, inerzia che dopo la grande paura torna nerazzurra, segna Frattesi. E allora altro assalto Barca negli ultimi 15 minuti, ma tra super Sommer più eroica resistenza degli stremati interisti finisce così: 4-3, Inter in finale di Champions League.