Ospedale di Tarquinia, sospeso il primario indagato per truffa: “Referti falsi in cambio di soldi”
Cronaca
8 Maggio 2025
Ospedale di Tarquinia, sospeso il primario indagato per truffa: “Referti falsi in cambio di soldi”

Filmati e intercettazioni incastrano il direttore della Diagnostica Paolo Cardello e il “procacciatore” Pasqualino Catanea. La ASL di Viterbo interviene con una sospensione cautelare immediata: il medico resterà fuori servizio fino alla fine del processo

TARQUINIA – Referti medici falsificati, pazienti reclutati per ottenere risarcimenti gonfiati e una lunga scia di denaro in contanti. È questo lo scenario che emerge dall’inchiesta della Procura di Civitavecchia su un sistema collaudato che per mesi avrebbe operato dentro l’Ospedale di Tarquinia.

Al centro del caso, un nome eccellente della sanità viterbese: il primario della Diagnostica per immagini, Paolo Cardello, appena sospeso in via cautelare dalla ASL di Viterbo. Il provvedimento – formalizzato con deliberazione n. 474 del 6 maggio 2025 – è scattato dopo la chiusura delle indagini preliminari che vedono coinvolti, oltre al medico, anche Pasqualino Catanea, figura nota nel territorio e descritto dagli inquirenti come il “procacciatore di malati”.

Il metodo, per quanto semplice, si è rivelato efficace: Catanea contattava persone coinvolte in incidenti stradali, veri o inventati, e le accompagnava da Cardello, che in cambio di 300 euro per ogni prestazione redigeva referti falsi o esagerati.

Le diagnosi venivano poi inviate alle assicurazioni tramite studi legali compiacenti, con richieste di risarcimento per danni spesso inesistenti o sovrastimati. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Roberto Savelli, si sono basate su intercettazioni, controlli telefonici e, soprattutto, su riprese video girate all’interno dello studio del primario. In diverse occasioni, le telecamere hanno documentato il passaggio di buste bianche da Catanea al medico, che le riponeva subito nei cassetti.

Un’agenda sequestrata all’intermediario conterrebbe nomi, date e somme versate. Secondo gli investigatori, il vantaggio economico per Cardello non si limitava ai contanti: avrebbe beneficiato anche di interventi di manutenzione per la propria auto e di altri “favori” ancora in corso di accertamento.

Il danno stimato per le compagnie assicurative ammonterebbe a decine di migliaia di euro, ma l’inchiesta è tutt’altro che chiusa.

Gli indagati sono 11 in totale, ma sono già due i nuovi filoni d’indagine aperti dalla Procura, anche in relazione ad altri ospedali della provincia. La sospensione di Cardello è stata decisa “a tutela dell’immagine e del corretto funzionamento dell’Azienda sanitaria”, come si legge nella delibera, che specifica l’impossibilità di assegnare al dirigente incarichi alternativi in attesa dell’esito del procedimento penale.

Fino ad allora, il medico percepirà il 50% dello stipendio base, oltre all’anzianità maturata. In caso di assoluzione piena, la ASL procederà al conguaglio delle retribuzioni sospese. Tra gli aspetti più inquietanti della vicenda, la facilità con cui venivano aggirate le liste d’attesa: secondo quanto emerso, bastava una telefonata e un pagamento per ottenere, in meno di 24 ore, esami complessi come risonanze magnetiche e TAC.

Un sistema parallelo e illecito che aggirava le regole e metteva il pubblico al servizio del privato. Le difese parlano di fraintendimenti e si preparano a contestare la ricostruzione dell’accusa. Ma la mole di prove raccolte dalla Polizia lascia presagire una battaglia giudiziaria lunga e complessa. Resta ferma, ovviamente, la presunzione di innocenza: come prevede l’articolo 27 della Costituzione, ogni indagato è da considerarsi non colpevole fino a sentenza definitiva. Fammi sapere se vuoi un catenaccio o una versione da prima pagina con titolo, occhiello e apertura di impatto.