Emendamento a dl cittadinanza. Richiesto un certificato ad hoc
ROMA – Gli italiani nati e residenti all’estero, con genitori o nonni nati all’estero e con doppia cittadinanza (oltre quella italiana), possono mantenere la cittadinanza italiana se dimostrano di conoscerne la lingua, con un certificato. E’ quanto prevede un emendamento approvato e proposto da Fratelli d’Italia al decreto cittadinanza, che è all’esame della commissione Affari costituzionali del Senato. Il provvedimento, in attesa del parere della commissione Bilancio, dovrebbe approdare in Aula domani per il primo via libera.
L’emendamento, sottoscritto dal senatore Roberto Menia, prevede che quei cittadini italiani (con ascendenti di primo e secondo grado italiani) “sono tenuti” a presentare, entro tre anni dall’entrata in vigore della legge, un certificato che attesti la conoscenza dell’italiano (almeno di livello B1 del quadro comune europeo per le lingue). Va presentato alla Farnesina o agli uffici consolari competenti e deve essere rilasciato da istituti riconosciuti dagli uffici consolari. Per i minorenni nati e residenti all’estero, l’obbligo resta valido tra i 18 e 25 anni e se non presentato entro il 25esimo anno, “esprime la volontà di rinuncia, della persona, alla cittadinanza italiana”. Nessun obbligo per gli under 70 o chi ha “problemi permanenti di disabilità o di salute” attestati da certificato medico. Nei primi due casi, i falsi certificati equivalgono alla rinuncia.


