MILANELLO – L’alba del giorno dopo non è più dura. Nemmeno dolorosa. Perché forse, a questo Milan, manca pur questo: prosciugato il suo dna, sconfitte in finale di Coppa Italia non lasciano più profonde ferite. Quella Coppa che vola via, direzione felsinea, strameritatamente.
FALLIMENTO LUSITANO La scelta di declinare il verbo portoghese, tra Fonseca e Conceicao, grazie a chissà quale freddo e cervellotico algoritmo, da Furlani a Moncada. Ma se quantomeno sulla carta la filosofia del primo potesse in qualche modo calzar rossonero (notte di Madrid, non un caso), Sergio è stato l’anti-Milan per eccellenza. Speculatore sull’avversario, espressione pari a zero, total mancanza di signorilità tra fuori e dentro al campo. Si guardi stampa e Calabria, due esempi macroscopici.
ADDIO MENDES E quindi, seppur il pesce puzzi sempre più in alto e di quell’alto ci sarà tempo per discuter e trattar, all’ordine del giorno immediato vige cancellare questa pochezza disarmante ed anti valori rossoneri, quale il Milan di Conceicao. Serve toglier il complemento di specificazione. E la notizia è che, appreso in diretta del deserto dei Tartari a cui assistito all’Olimpico (tappa logica e finale di un percorso deprecabile), la società che ha scelto ed eletto tutto questo volterà ulteriormente pagina. Di fatto, in sala stampa, il buon Sergio calcisticamente un morto che camminava. Finita. Gli faranno far le ultime due partite. Poi sia Conceicao che Joao Felix, i pacchi consegnati da Mendes al Milan, saluteranno Disferanno l’armadietto di Milanello dopo soli cinque mesi per non tornare più. Al futuro ci si penserà.
MAN CITY ALLA FINESTRA Il dramma, tecnicamente parlando, è che potrebbe salutar anche Rejinders. Esattamente come Tonali. In caso di offerte monstre dalla Premier, Scaroni e Cardinale spalancano le porte. D’altronde, in America, lo sport è business ed i calciatori sono asset. Così, come se ne avessimo bisogno, denunciava Boban. In caso di 70/80 milioni, nonostante un rinnovo che adesso sembra sì valenza fittizia e pura protezione per il club, anche l’unica stella dell’anno rossonero saluterà. Guardiola ha scelto che il nuovo Man City deve rinascere anche dai suoi piedi. Senza Champions, quasi impossibile poter dir di no.


