“Il mio Shinrin Yoku sei tu”: al Salone di Torino un romanzo epistolare che ridefinisce il concetto di connessione umana
Cronaca
15 Maggio 2025
“Il mio Shinrin Yoku sei tu”: al Salone di Torino un romanzo epistolare che ridefinisce il concetto di connessione umana

Il 17 maggio la presentazione ufficiale del nuovo libro scritto a quattro mani da Stella Colonna e Kempes Astolfi che riporta in auge una forma narrativa dimenticata

TORINO – Il romanzo epistolare, forma narrativa che ha conosciuto il suo splendore nel XVIII secolo con capolavori come “Le relazioni pericolose” e “I dolori del giovane Werther”, sembrava destinato all’estinzione nell’era dei social media. Eppure, “Il mio Shinrin Yoku sei tu”, la nuova opera a quattro mani di Stella Colonna e Kempes Astolfi che sarà presentata al Salone del Libro di Torino il 17 maggio (ore 14, Padiglione 3, Stand Q16-R21), dimostra che questa forma letteraria non solo è ancora vitale, ma può offrire una riflessione profonda sul nostro modo di comunicare contemporaneo.

 

Il libro, pubblicato da Prospettiva Editrice, racconta lo scambio di lettere tra due sconosciuti, Stefano e Helen, che utilizzano la cavità di un albero in un parco semi-abbandonato come cassetta postale improvvisata. Quello che inizia come un gesto impulsivo – Stefano che lascia una lettera sotto un sasso dentro un albero cavo – si trasforma in un dialogo intimo che rivela le verità più nascoste dei protagonisti.

 

“Abbiamo scelto deliberatamente di non far comunicare i nostri personaggi attraverso i mezzi tecnologici,” raccontano gli autori. “Volevamo che la lentezza della scrittura a mano, l’attesa della risposta, l’impossibilità di cancellare e riscrivere con un clic diventassero elementi centrali della narrazione”.

 

L’espressione giapponese che dà il titolo al libro, “Shinrin Yoku” (bagno nella foresta o connessione con la natura), diventa metafora di un’immersione nell’anima dell’altro, un rifugio dal rumore esterno dove potersi ritrovare. “In giapponese esistono parole che condensano concetti complessi,” spiega Colonna. “Shinrin Yoku è una di queste: esprime l’idea di rigenerarsi attraverso un contatto profondo con la natura. Nel nostro romanzo, la foresta diventa l’altro, lo sconosciuto che ci ascolta senza giudizio”.

 

La narrazione procede attraverso le voci distinte dei due protagonisti, ma la scrittura mantiene un’unità stilistica che testimonia l’armonia del lavoro a quattro mani di Colonna e Astolfi. “Scrivere insieme è stato come danzare,” confessa Astolfi. “All’inizio ci si pesta i piedi, poi si trova un ritmo comune”.

 

Il romanzo esplora diversi temi: la solitudine urbana, il desiderio di connessione autentica, la rinascita dopo un trauma, il potere curativo della parola scritta. Ma più di tutto è una riflessione sul valore della vulnerabilità e sulla possibilità che gli estranei possano talvolta vedere parti di noi che nemmeno i nostri cari riescono a scorgere.

 

La presentazione del Salone del Libro di Torino rappresenta la prima uscita ufficiale di questa opera che promette di far discutere per la sua originalità e profondità. Per chi crede ancora nel potere della carta e dell’inchiostro, “Il mio Shinrin Yoku sei tu” è una conferma che certe forme di comunicazione sono semplicemente insostituibili.