ROMA – Non è finita con Jasmine Paolini la giornata di gloria per i colori azzurri agli Internazionali di Roma. No, meravigliosamente no. Perché tutti attendevano il quarto di Sinner. L’ultimo step prima delle semifinali. Il banco di prova più grosso. Dopo un test vero come quello con Cerundolo, col massimo rispetto per Navone e De Jong, stavolta c’era Ruud. Finalista e vincitore a Madrid, nemmeno 10 giorni fa.

A BOCCA APERTA E se c’è stata standing ovation per Jasmine, qualcosa fuori dal comune e ancor più grande per Jannik. Tutti a bocca aperta. Una macchina. Impensabile dopo mesi di squalifica ammirarlo già così, a questi livelli. Ora è ufficiale: è il Sinner di sempre. Totalmente demolito uno come Ruud: semifinale in cassaforte.

UFO E sul rosso capitolino prestazione maestosa. E mostruosa. Demolito con un clamoroso, roboante e planetario (d’altronde non a caso parliamo del numero uno al mondo). C’è chi lo definisce una macchina da guerra. Chi un marziano. Concentrazione, anche a set ipotecati, fuori dal comune. Non lascia nulla al caso. “Ingiocabile”.

MOZZAFIATO 6-0 e 6-1. Contro chi ha appena vinto a Madrid, un Masters 1000. Senza senso. Riusciamo a stupirci ancora di Sinner. Potente, tecnico, vincente. Tutto. La completezza. Vola in semifinale, per la prima volta in carriera conquista pure la Top4 a Roma. Domani alle 20.30 con Paul. Si sogna. Trascina Roma, trascina il Bel Paese.