ROMA – Trionfo azzurro. Il primo di quello che tutta la penisola sogna possa esser un weekend paradisiaco. In attesa della finalissima tra Sinner e Alcaraz, gli Internazionali WTA raccontano la realizzazione del sogno di Jasmine Paolini.
S’è presa Roma, s’è presa il quarto WTA in carriera, s’è presa l’edizione femminile degli Internazionali battendo 6-4 e 6-2 in finale persino una come Gauff. Trionfo assoluto e standing ovation, emozione pura, momento straordinario per il tennis tricolore. Davanti ad Abodi e le istituzioni, sì, pure la massima: Sergio Mattarella, che ha mantenuto la parola, composto ma visibilmente emozionato.
Partita interpretata perfettamente da Jasmine. Sia dal punto di vista tecnico che strategico, ma soprattutto mentale: attua con freddezza e qualità quel piano previsto da 48 ore e tutto riesce alla perfezione, prima comandando e mettendo il musetto avanti alla fine del primo parziale, poi chiudendo sul velluto la contesa nel secondo.
Un’ora e 29 minuti per la gloria. Quella di Jasmine, quella di tutti noi. Quella del movimenti tennistico rosa, quel color che torna a dominar il tramonto di Roma 40 anni dopo l’ultima volta. Come quel leggendario successo di Reggi nel 1985. Ancor più di Sara Errani, che nel 2014 arrestò i sogni della sua cavalcata battuta soltanto dai colpi di Serena Williams. Stavolta cavalcata e trionfo: il WTA, quello più sognato, si scrive storia assoluta. Storia italiana.. in Italia.
