VASANELLO – (D.G.) Da oltre un anno, il Maestro Raffaele Ciotola, artista napoletano noto nel panorama dell’arte contemporanea italiana, attende una risposta dal Comune di Vasanello per una proposta che ha dell’incredibile: la donazione gratuita di una sua opera registrata presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, già riconosciuta dal Ministero dello Sviluppo Economico, intitolata La Madonna degli Omosessuali.
Un gesto di apertura, cultura e amore verso il territorio, che però è rimasto senza risposta. Né un sì, né un no: solo silenzio.
“Ho scritto più volte, ho protocollato una richiesta ufficiale il 12 novembre 2024, ma non ho mai ricevuto risposta”, racconta l’artista, che da tempo frequenta e ama Vasanello, pur non essendo residente. “Non chiedevo soldi, né compensi. Solo uno spazio adeguato e una semplice protezione per l’opera”.
L’artista sottolinea che la sua iniziativa nasce da un legame autentico con la comunità vasanellese e da un intento chiaro: offrire un simbolo artistico di inclusione e rispetto per tutte le identità, contribuendo anche alla visibilità culturale e turistica del borgo.
“L’opera non è per il Sindaco, ma per la cittadinanza. Credo che le persone abbiano il diritto di sapere che qualcuno ha voluto fare loro un dono, e che quel dono è stato ignorato”.
Il silenzio dell’Amministrazione, in effetti, lascia spazio a interrogativi legittimi. È una questione di merito? Di sensibilità? Di burocrazia? Nessuno lo sa, perché nessuno ha parlato. Nemmeno una comunicazione formale di rifiuto è mai arrivata all’artista.
In una fase storica in cui molti piccoli Comuni faticano a trovare occasioni per rilanciare la propria immagine e attrarre attenzione culturale e turistica, un dono come quello del Maestro Ciotola – carico di significati sociali, artistici e persino economici – meriterebbe quantomeno un confronto pubblico.

L’opera, già oggetto di dibattito e apprezzamento nel mondo dell’arte, potrebbe trasformarsi in un simbolo di progresso civile, ma per ora rimane chiusa in un cassetto – quello della burocrazia muta.
“In tempi difficili come questi”, conclude Ciotola, “un gesto artistico può essere una luce, una speranza. Chiedo pubblicamente al Sindaco una risposta. E chiedo che i cittadini vengano messi al corrente del mio gesto d’amore verso di loro”.
Un appello che merita ascolto, perché l’arte – quella vera – non chiede, ma offre. E chiede solo di essere accolta.
L’artista ci ha inviato anche due foto attestanti il regolare protocollo della sua domanda.
Di seguito, una descrizione dell’opera da parte dello stesso artista.
La Madonna degli Omosessuali di Raffaele Ciotola non è semplicemente un’opera d’arte: è una dichiarazione di guerra contro l’omofobia, una rivendicazione per ogni persona che ha lottato, sofferto, e si è sentita emarginata a causa della propria sessualità. È l’icona sacra e profonda che non ha paura di affrontare i tabù e sfidare chi vuole continuare a nascondere l’umanità delle persone LGBTQ+ dietro pregiudizi e ignoranza. Questo dipinto è la risposta a chi ha cercato di annullare l’identità e la dignità di chi ama in modo diverso. È il manifesto di un movimento che ha trovato in Raffaele Ciotola una voce coraggiosa e chiara. La Madonna degli Omosessuali non è una Madonna come le altre, e non deve essere trattata come tale. È esclusivamente un simbolo di accoglienza e di giustizia per le persone LGBTQ+, che finalmente hanno una figura religiosa che non li esclude, che li ama per quello che sono. Questa Madonna non nasce dal nulla: è la risposta a un bisogno profondo di riconoscimento e dignità, un atto di fede e amore verso chi è stato scacciato dalle chiese, dalle famiglie, dalla società. Un’icona che grida contro l’oscurità dell’omofobia e delle violenze subite dalla comunità LGBTQ+, non solo nel passato, ma ancora oggi, in ogni angolo del mondo. La Madonna degli Omosessuali è una Madonna che parla di sofferenza, ma anche di resistenza e di libertà. È l’opera che celebra i martiri, le vittime omosessuali del nazismo, e tutta la comunità LGBTQ+ che ha sofferto, ma che non è mai stata sconfitta. Non è un simbolo che deve piacere a tutti, non è pensata per chi ha paura del cambiamento, del diverso, dell’amore libero. È per chi lotta per un mondo più giusto e più umano, per chi sa che la spiritualità e l’amore incondizionato non conoscono confini di genere o sessualità. Questa non è un’opera di provocazione vuota, ma un grido di verità, un’azione artistica che non ha paura di sfidare le convenzioni. È un simbolo che non può essere ignorato, non può essere ridotto a un “gioco” o a un errore. La Madonna degli Omosessuali è un atto di resistenza contro ogni forma di odio, un abbraccio aperto e senza condizioni per ogni persona che ha vissuto il peso del rifiuto. È il segno che la comunità LGBTQ+ ha diritto a essere venerata e rispettata, con la stessa dignità di chiunque altro. E non deve essere messa in discussione, né oscurata da leggende antiche che non parlano della nostra realtà, della nostra lotta. La Madonna degli Omosessuali è nostra, è per noi, e la sua missione è chiara: includere, abbracciare e liberare chi è stato messo ai margini. La sua forza è la nostra forza. Non permettiamo che venga messa da parte. La sua potenza è quella di chi finalmente non ha paura di essere se stesso, di essere visto, sentito e amato. “La Madonna degli Omosessuali e il gesto di Gesù che porge i cordoncini, ciascuno con il simbolo delle coppie gay maschili e femminili,” non devono essere visti come un attacco alle rappresentazioni religiose tradizionali, ma come una chiamata a un dialogo più inclusivo, una riflessione profonda sulla spiritualità e sui diritti di tutte le persone, senza distinzione di genere, orientamento sessuale o identità.


