
NAPOLI – Non parleremo di prodigio, come decanta. Ma Conte è tornato. E ancora una volta ha rifatto il Conte. Ha ribaltato gli equilibri del panorama nazionale. Ancora una volta. Se riuscì con l’Inter, è riuscito pure col Napoli. Proprio sui nerazzurri. Delirio a Napoli, l’attesa è finita: città in festa, come due anni fa, al diavolo le scaramanzie, fiocca pure il quarto Scudetto. Usciti ringraziando Pedro vivissimi dalla trasferta di Parma, dove hanno rischiato tantissimo prima che l’Inter sprecasse altri punti e quindi ancora l’opportunità del sorpasso, il Napoli al Maradona fa il suo: battuto 2-0 il Cagliari, campioni d’Italia 2025. Decidono ancora una volta gli elementi identitari di questo Napoli. Spaccata aerea di McTominay, ripartenza divorante di Lukaku. Straordinario lo scozzese, l’uomo dell’annata azzurra. Conte ha perso Kvara, ma ha trovato soluzione a tutto. Un impegno a settimana e grossi investimenti estivi per la ricostruzione, squadra meno bella della poesia del Napoli spallettiano, ma in Italia gli scudetti si vincono prima di tutto con la difesa: e Conte ha saputo ripartire dalla fondamenta, dalla compattezza, per una squadra meno bella ma decisamente più fisica. L’Inter l’aveva già buttato, lo sapeva già, nonostante il successo a Como con lo stesso punteggio: Inzaghi pieno di riserve, 2-0 firmato De Vrij e Correa. Tutti gli occhi sulla finale di Champions, quell’appuntamento che sì, potrà definire stagione e cavalcata nerazzurra. Per adesso a Duomo solo silenzio, anzi, vanno i napoletani; delirio e fuochi d’artificio al Maradona, fiocca il quarto Scudetto, doppio primato negli ultimi tre anni, il Tricolore torna al sud.