Pienone a Vasanello per l’incontro con Pietro Orlandi: tantissimi i ragazzi “affascinati” dalla scomparsa di Emanuela 42 anni fa
Cronaca, Cultura e Spettacoli
24 Maggio 2025
Pienone a Vasanello per l’incontro con Pietro Orlandi: tantissimi i ragazzi “affascinati” dalla scomparsa di Emanuela 42 anni fa

di Simona Tenentini

VASANELLO – Un mistero che, dopo 42 anni, riesce ancora a suscitare interrogativi e domande senza risposta.

Ieri pomeriggio, il cinema Albertone di Vasanello, stracolmo, ha accolto Pietro Orlandi, fratello di Emanuela e l’avvocato Laura Sgrò, protagonisti dell’ultimo appuntamento di Dark Side-Storia Segreta d’Italia, rassegna alla quarta edizione realizzata in collaborazione con il Comune.

In sala tantissimi i ragazzi, nati venticinque anni dopo la scomparsa di Emanuela, che hanno seguito, con attenzione ed interesse, le intricate trame di una vicenda che, anche grazie alle battaglie costanti di Pietro, mantiene, a distanza di tempo, tutta la sua attualità.

Il 22 giugno 1983 non c’erano cellulari, ci si trovava in piazza, si chiamava dal telefono fisso e ci si dava appuntamento in famiglia per cenare a tavola tutti insieme allo stesso orario.

Una realtà impensabile per i ragazzi di oggi che, tuttavia, per due ore, sono rimasti assorti ad ascoltare nomi e personaggi mai sentiti prima, da Roberto Calvi a Renatino De Pedis, da Casaroli a Oscar Luigi Scalfaro passando per Ior, Servizi Segreti, Sismi e Sisde, in un racconto dalle mille piste che si sono sempre impietosamente scontrate con i depistaggi ed i poteri forti.

E’ chiara e diretta l’accusa di Pietro Orlandi dal palco: “Il Vaticano ha sempre saputo tutto sin dall’inizio.

Emanuela è scomparsa il 22 giugno pomeriggio, ed in serata, la prima telefonata che arriva per comunicare l’accaduto è alla Sala Stampa Vaticana.

Il Papa quel giorno era in Polonia, in un periodo complesso, quello di Solidarnosc e della Guerra Fredda, e nonostante questo quadro geopolitico complicato, viene avvisato della sparizione di una quindicenne.

Sono molti gli elementi che non quadrano e che trovano una loro collocazione solo dopo riflessioni successive, alla luce di considerazioni che non vengono fatte nell’immediatezza dei fatti.

E’ sempre il Papa, con l’annuncio del 3 luglio durante l’Angelus, che attribuisce al caso uno spessore internazionale, dandogli la valenza di un sequestro.

Tante, troppe, sono state le piste che, nel corso di 42 lunghissimi anni, si sono accavallate e dissolte nel nulla, pur avendo margini di assoluta credibilità, come l’avvistamento di Bolzano o a Londra.”

Infine, la stoccata conclusiva che non lascia spazio ad equivoci nella sua chiarezza: “Papa Giovanni Paolo II sapeva tutto e, con l’avallo della pista internazionale, ha permesso all’omertà di insabbiare il mistero sulla scomparsa di Emanuela.”