Una Premier che in chiave titolo e salvezza aveva ben poco da narrare o descrivere, già da settimane. Ma per quanto accaduto nelle ultime finalissime, domestiche e continentali, la corsa a latitudini europee è rimasta bagarre fino all’ultimo respiro. Emozionante, elettrizzante. Chiude secondo l‘Arsenal, che vince all’ultimo in casa dei Saints fanalini; al terzo posto missione comodamente compiuta per il Manchester City, 2-0 a Londra col Fulham e chiusura con stile per l’annata di transizione; quarto, e qui si fa più succulento racconto e contesto, il Chelsea di Maresca che prima della finale di Conference torna dopo anni in Champions League, 1-0 pesantissimo timbrato Colwill sul campo del Forest che, nonostante annata da sogno, si scioglie sul più bello e deve accontentarsi proprio della prossima Conference. Il vero thriller s’è vissuto in chiave quinto posto: colpo Everton senza nulla da chiudere in casa del Newcastle, ma la sconfitta tra mille (e leciti) veleni arbitrali del Villa in casa United spedisce St James’ ancora tra le 36 regine d’Europa. Sfuma il bis per Emery, che dovrà accontentarsi della sua competizione, però: l’Europa League. E proprio a proposito d’EL e suoi freschissimi vincitori, chiude in tinta unita e apparente catastrofico 17° posto il folle Ange Postecoglou: poker del Brighton (che non serve in chiave europea) in casa Tottenham, ma Spurs in virtù di Bilbao sesta regina britannica nella prossima Champions. In Europa League, come il Villa, va pure il Palace, conseguenza della storica FA Cup. Si completa così il puzzle di una NBA del Football, quale la Premier, che porterà ben nove regine al calcio europeo della prossima stagione. Chapeau.