MONACO DI BAVIERA – Ci siamo. La partita più importante dell’anno. O forse, dell’ultimo biennio. Già, dopo Istanbul. L’Inter ritorna a giocarsi una finale di Champions League. D’altronde quest’era e questo gruppo c’ha sempre creduto. E per tornare a quei livelli sognando di scrivere un finale differente rispetto alla notte che consegnò Treble del Manchester City del 2023, l’Inter di Inzaghi ha superato ostacoli enormi ai limiti dell’irrazionalità e della poesia calcistica. Ma incrociamo le dita, i segnali lasciamoli agli Dei, quantomeno ancora. Battere ed eliminare prima il Bayern poi soprattutto il Barcellona di Yamal in quella maniera col 4-3 di San Siro già storia e destinato ad esser ricordato tra le semifinali più belle di sempre meriterebbe il massimo premio. Questo gruppo e quest’era, dunque, inseguono la quarta. A dispetto del Paris che insegue ancora la prima, ambendo a scrivere un finale differente rispetto a Lisbona 2020. Solo la seconda finale ma Luis Enrique, perse la star e primedonne, ha costruito un gruppo vero: giovane e affamato, gioca bene. Ha eliminato tutta l’Inghilterra, dal colpo grosso ad Anfield super cavalcata che tra Villa ed Arsenal ha significato Baviera. Baviera casa di quel Bayern che sognava la finale domestica: niente da fare, appuntamento rimandato per Kane e Kompany (di nome e di fatto, passateci la battuta, ndr). Adesso, come sempre, l’ultimo duello per la gloria. Soltanto una sarà regina d’Europa. L’Inter ha perso lo Scudetto, superficiale, Conte e il suo durissimo Napoli ne hanno approfittato. Ma passa in secondo piano. Sta cavalcando il sogno, anche a costo di restare con un pugno di mosche in mano. Sette su undici dei probabili titolari di stasera saranno quelli di Istanbul: solidità di ciclo, solidità di identità, solidità del grande obiettivo. Quell’ambizione massima, messa a fuoco, nel mirino. Se Pavard sta bene giocherà, vince l’esperienza su Bisseck. Questa l’ammissione di Inzaghi, che non pensa minimamente al suo futuro; al suo e a quello di un’Inter che, dopo tutti questi anni, dovrà evolversi, comunque. Recupera Lautaro e premiata ditta ristabilita con Thuram; il resto, tutti i titolari, con Dimarco e Dumfries sugli esterni e quel palleggio tra Calha/Miky/Barella chiave di lettura. Dietro esperienza e storia, quella di San Siro, quella che porta i timbri di Acerbi e Sommer. Che stasera sperano di metterne un altro, eccome. Nel Paris veterani ormai Marquinhos e Donnarumma, forse quel mostro che spaventa di più: una saracinesca quest’anno, quasi impossibile da superare. Dal centrocampo in su meno esperienza, meno stelle ma più talento: basterà? Come sempre il tempo narrerà. Quel tempo sognato e stavolta mai così vicino: stasera, ore 21, Allianz Arena, ultimo atto della Uefa Champions League 2024/25.

