CIVITAVECCHIA – Mesi tumultuosi. Per discussioni, ormai roventi, che si protraggono da mesi. Letteralmente esplose, nelle settimane precedenti. Abbiamo descritto e narrato ampiamente ciò che sta succedendo a Civitavecchia fronte chioschi estivi, da sempre folklore cittadino e stessa opportunità di lavoro, tra concessioni revocate e battaglia, come quella tra l’imprenditore Benedetti ed il Sindaco, Marco Piendibene. La quale, tra l’altro, ha portato alla denuncia per l’imprenditore stesso. La notizia delle ultime ore è la revoca delle concessioni, adesso, per tre dei chioschi storicamente più importanti: fioccate tre determinazioni comunali che di fatto hanno cancellato occupazioni pluri-decennali, da Elemar a Piazza Verdi al Fafone e Super Fafone. L’ultimo atto di una battaglia sempre più infuocata. Il Pincio, l’Amministrazione, dal suo canto, interviene e spiega che le proprie decisioni e determinazioni siano “frutto di un’analisi approfondita che ha evidenziato come le soluzioni adottate in passato siano state particolarmente creative, ma non conformi alle normative vigenti, né condivise con enti fondamentali come la Soprintendenza”. Chiaramente l’Amministrazione si rivolge ai casi del viale, dove non risulterebbero compatibili a contesto paesaggistico. Ma è proprio lì, andando a ritroso, che in passato furono evidentemente direzionati taluni chioschi. Un paradosso che logora tutti. Ma il Pincio tira dritto: “In particolare l’idea di attivare bandi per concessioni stagionali e poi trasformarli, di fatto, in concessioni annuali per dieci anni rappresenta una forzatura incompatibile con le più basilari regole di tutela del paesaggio. La Soprintendenza, infatti, ha chiaramente espresso il proprio parere: una struttura fissa, presente per un decennio sul lungomare, deve necessariamente rispettare criteri stringenti in termini di impatto visivo, inserimento ambientale e armonia con il contesto. Criteri che, per le concessioni stagionali, possono essere parzialmente attenuati, proprio in virtù della temporaneità e della natura precaria dell’installazione. Le ipotesi di nuove collocazioni suggerite dalla Soprintendenza, pur meno impattanti dal punto di vista paesaggistico, hanno sollevato perplessità tra gli stessi operatori, che ne hanno evidenziato le criticità dal punto di vista commerciale, anche in relazione alla prossimità con altre attività esistenti. Alla luce di tutte queste criticità abbiamo deciso di revocare le concessioni stagionali invernali lasciando in essere quelle storiche per il periodo estivo. Una scelta fatta nell’interesse dell’Amministrazione e, soprattutto, della collettività tutta”.


