(Adnkronos) – Hamas avrebbe inviato ai mediatori una ”risposta positiva” al piano presentato dall’inviato della Casa Bianca Steve Witkoff, sebbene ”con alcune osservazioni”. Lo scrive Al-Sharq Al-Awsat citando proprie fonti, secondo le quali la risposta di Hamas è arrivata dopo incontri con le fazioni palestinesi a Doha e a Beirut in modo da rappresentare una posizione palestinese unitaria.
Una delle ”osservazioni” di Hamas riguarda il rilascio degli ostaggi israeliani ancora trattenuti nella Striscia di Gaza. Secondo il piano di Witkoff, andrebbero liberati tutti nei primi due giorni dall’entrata in vigore del cessate il fuoco, mentre Hamas e le fazioni palestinesi hanno proposto un rilascio degli ostaggi in più fasi. E questo per garantire che l’accordo per il cessate il fuoco resti in vigore per i 60 giorni proposti dall’inviato americano.
Hamas ha poi fatto notare che la proposta di Witkoff non contiene alcuna garanzia riguardo al ritiro delle forze dell’Idf dalla Striscia di Gaza e non prevede che macchine pesanti possano entrare nell’enclave palestinese per rimuovere le macerie. Questo consentirebbe a Israele di avere un ruolo determinante nella distribuzione degli aiuti umanitari, sottolinea Al-Sharq Al-Awsat.
Israele e Hamas “sono molto vicini a un accordo”, ha detto il precedenza il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che parlando con i giornalisti ha aggiunto: ”vi faremo sapere tra oggi e domani”. Sulla possibilità che Hamas accetti la proposta Trump ha detto: “Penso che vogliano uscire da questo pasticcio. Sono in un grosso pasticcio. Penso che vogliano uscirne”.
Ieri il Ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha formulato una minaccia esplicita nei confronti del movimento Hamas: “Gli assassini di Hamas ora devono scegliere: accettare i termini del ‘piano Witkoff’ per il rilascio degli ostaggi o essere distrutti”. “Le Idf continuano le loro operazioni a Gaza con tutta la loro forza, colpendo e smantellando le roccaforti di Hamas”, ha proseguito Katz, sottolineando che l’esercito “eliminerà tutte le minacce secondo il modello di Rafah e manterrà il controllo dell’area. In questo modo, raggiungeremo gli obiettivi della guerra: il rilascio di tutti gli ostaggi e la sconfitta di Hamas”.
Oltre un centinaio di camion del World food programme (Wfp) carichi di aiuti alimentari, in particolare di sacchi di farina, sono stati saccheggiati dai palestinesi affamati nella zona di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riferiscono media palestinesi, mentre il sito israeliano di Ynet ricorda che la distribuzione della farina sarebbe dovuta avvenire domani.
Intanto è scontro tra lo Stato ebraico e la Francia. Israele ha accusato il presidente francese, Emmanuel Macron, di aver intrapreso una “crociata contro lo Stato ebraico”, dopo che il capo dell’Eliseo ha esortato i Paesi europei a prendere “una posizione più dura” nei confronti di Tel Aviv se la situazione umanitaria a Gaza non dovesse migliorare.
“Non esiste alcun blocco umanitario. Questa è una menzogna palese”, ha dichiarato in una nota il ministero degli Esteri israeliano, difendendo i suoi sforzi per consentire l’ingresso degli aiuti nell’enclave palestinese. “Invece di fare pressione sui terroristi jihadisti, Macron vuole premiarli con uno Stato palestinese. Non c’è dubbio che la sua festa nazionale sarà il 7 ottobre”.
Macron, dal canto suo, ha ribadito che “se abbandoniamo Gaza” e “lasceremo fare Israele”, il rischio è che ”perderemo completamente la nostra credibilità di fronte al mondo”. “E’ per questo motivo che rifiutiamo il metodo dei ‘due pesi, due misure'” ha aggiunto il capo dell’Eliseo spiegando che questo ‘rifiuto’ si applica anche alla guerra in Ucraina, oltre che al conflitto nella Striscia di Gaza.
La Germania deciderà se approvare o meno nuove consegne di armi a Israele sulla base di una valutazione della situazione umanitaria nella Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri tedesco, Johann Wadephul, in un’intervista alla Sueddeutsche Zeitung durante la quale si è chiesto se quanto sta accadendo nell’enclave palestinese sia in linea con il diritto internazionale. “Stiamo esaminando la questione e, se necessario, autorizzeremo ulteriori consegne di armi sulla base di questa valutazione” conclude Wadephul.