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    Politica
    5 Giugno 2025
    Montalto di Castro, Marco Fedele getta acqua sul fuoco: “Il Comune non è in possesso di informazioni sul fallimento del supermercato Sacconi”

    MONTALTO DI CASTRO – Dopo il recente, infuocato, dibattito sorto riguardo ad alcune dichiarazioni di Marco Fedele, assessore al comune di Montalto, lui torna a chiarire la sua posizione.

    “Con riferimento alle recenti polemiche nate da un mio commento su un post di facebook mi si impone, da uomo prima di tutto, e poi, nell’ordine, da avvocato e da assessore, fare delle precisazioni.

    Quale uomo, nella misura in cui il mio commento possa aver addolorato la famiglia Sacconi, non ho nessuna difficoltà a scusarmi in primo luogo con Eleonora perché, come lei ben sa, il mio intento non era quello di offendere o giudicare l’azienda di famiglia che infatti non ho nominato. Mi spiace anche che alcuni cittadini possano aver letto in quel post un giudizio o una espressione di arroganza.Da avvocato, chiarisco che la famiglia Sacconi non mi ha conferito alcun incarico professionale sulla procedura fallimentare, e quindi non mi ha affidato alcun segreto. Da assessore, chiarisco che né il Comune, né ancor meno il mio assessorato, sono in possesso di informazioni sulla procedura fallimentare del supermercato. Anche in questo caso, nessuna violazione.

    Le notizie sulle procedure fallimentari sono pubbliche e liberamente accessibili su internet con un semplice click. E questo sia Eleonora che il direttivo del PD, che ha prontamente approfittato della polemica, lo sanno bene.Ciò chiarito, nella consapevolezza che non stavo rivelando alcun dato coperto da privacy ma pubblico, ho risposto al post in quanto, come leggiamo sui social e anche sullo stesso post, l’Amministrazione Comunale viene continuamente contestata per criticità (come la mancanza del supermercato alla marina, oppure del bancomat), che sono invece legate esclusivamente a scelte imprenditoriali private.

    Con il mio intervento intendevo, quindi, solo chiarire che la mancata riapertura del punto vendita era conseguente ad un fallimento già dichiarato dal Tribunale. Forse il mio intervento può essere sembrato duro, ma posso assicurare che la mia frase non voleva esprimere alcun giudizio, distanza o valutazione nei confronti dell’imprenditore, della famiglia Sacconi, e ancor meno nei confronti di chi tutti i giorni lavora come me per mantenere la propria famiglia.”

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