COVERCIANO – Stavolta, con tutta l’elettricità che si respira nell’aria dentro e attorno alla Nazionale, tutto può succedere. Per quanto l’ipotesi più plausibile rimane restare con Spalletti al timone. Nel pomeriggio del sabato scattato il confronto tra presidente Gravina e commissario tecnico: sul piatto scorie e conseguenze della pesantissima sconfitta in Norvegia che ha aperto, come peggio non si poteva, il girone di qualificazione ai prossimi Mondiale. La nazione è scottata. Non tollererebbe un’altra non partecipazione alla competizione iridata, dopo Ventura 2018 e Mancini 2022. E l’approccio, più d’ogni interpretazione, è stato colpevolmente fallimentare. Considerando che come noto s’affrontava la squadra più forte del raggruppamento in un percorso dove diretta direzione States va soltanto la prima e la seconda, ancora una volta, spareggerà. Ma non c’è tempo per rivoluzioni, per quanto musi lunghi e clima elettrico: lunedì Moldavia, il futuro del commissario tecnico (sempre difeso dal presidente) non è in discussione. Almeno per le prossime 48 ore. Grandina su Gravina, pressione: se non dovesse arrivare l’intera posta in palio nemmeno con la piccola Moldavia a Reggio Emilia lunedì sera, tutto potrebbe cambiare. Spalletti non è primo a decisioni clamorose. Chissà quanto arde, dentro di sé, quel fuoco e quelle contestazioni di mezza Italia calcistica. Lo stesso Presidente, che l’ha confermato e fatto ripartire da Parigi dopo l’Europeo, non può permettersi un altro fallimento. Per questo l’aggioramento tra i due è previsto martedì, l’indomani di Reggio incontro definitivo, quando non si escludono più scenari di separazione: Pioli o addirittura Ranieri in questo momento sono ancora solo suggestioni, ma si sa, nel calcio può succedere di tutto.

