Caso Garlasco, il Ris nella villetta dei Poggi con scanner e droni
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9 Giugno 2025
Caso Garlasco, il Ris nella villetta dei Poggi con scanner e droni

(Adnkronos) – Nuovo sviluppo delle indagini su Garlasco. Gli uomini del Ris dei carabinieri sono entrati oggi, lunedì 9 giugno, nella villetta di Via Pascoli a Garlasco, dove venne ritrovato il corpo di Chiara Poggi con laser, scanner e droni. Obiettivo dell’approfondimento di indagine è riprodurre in 3d la casa e ricostruire le traiettorie delle tracce di sangue. L’ispezione è in corso da ore anche con un drone che sorvola la villetta.

“Dovendosi accertare le tracce e gli altri effetti materiali” dell’omicidio del 13 agosto 2007 si procede “all’ispezione dell’immobile in via Pascoli 8, effettuando misurazioni con l’utilizzo di apposita strumentazione tecnica” ossia laser scanner e droni, ha scritto nero su bianco la Procura di Pavia. Per gli inquirenti i nuovi accertamenti comprendono anche i “rilievi fotografici dei luoghi al fine di verificare le circostanze sopra indicate e in particolare l’attuale stato dell’immobile”.

In particolare i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano e gli esperti del Ris sono a lavoro per rilievi tecnici nel soggiorno e lungo la scala, i luoghi in cui Chiara Poggi è stata colpita e trascinata. Si stanno cercando di acquisire tutte le misurazioni – già al centro dei processi che hanno portato alla condanna definitiva a 16 anni dell’allora fidanzato Alberto Stasi – per capire come l’assassino (o più assassini) si è mosso sul pavimento in cotto e sulle scale in marmo.

La richiesta arriva con la nuova indagine a carico di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, indagato per l’omicidio. Nella villetta sono presenti i genitori della vittima – papà Giuseppe e mamma Rita Preda – il dattiloscopista Davide Radaelli (scelto dalla famiglia della ventiseienne come consulente tecnico) e Angela Taccia, avvocata di Sempio.

Tra gli accertamenti uno specifico per capire se l’impronta 33 possa essere stata lasciata senza scendere neppure un gradino della scala dove il corpo della ventiseienne è stato trovato senza vita il 13 agosto 2007. L’impronta insanguinata a pallini, una scarpa numero 42, è impressa sul gradino 0 a indicare che l’assassino solleva il corpo e lo getta giù dalle scale. L’assenza di altre impronte di scarpe – statisticamente era impossibile non lasciare traccia delle suole, certifica una perizia disposta dai giudici nell’appello bis – rende falso il racconto di Stasi che dice ai carabinieri di aver ‘scoperto’ il corpo della fidanzata dopo aver sceso un paio di gradini.

Nella nuova indagine la Procura di Pavia e i carabinieri si focalizzano sulla possibilità che l’indagato non abbia calpestato neppure un gradino, ma possa essersi appoggiato al muro, avendo perso l’equilibrio cercando di liberarsi della ventiseienne, e quindi possa aver lasciato la sua impronta – senza sangue – sulla parete destra all’altezza del quarto gradino.

“Anche questa mattina, come sempre in passato, i genitori di Chiara hanno aperto le porte della loro casa agli inquirenti, come era stato loro richiesto per le vie brevi”, affermano Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, legali della famiglia Poggi. “Ancora una volta sono rimasti amaramente sorpresi nel riscontrare che il relativo decreto di ispezione era stato reso immediatamente disponibile alla stampa e non a loro, quali persone offese dal reato, in un contesto nel quale la Procura di Pavia si era formalmente impegnata a garantire la riservatezza della verifica investigativa” aggiungono i legali. “Al momento non sappiamo quale sia lo scopo di queste ulteriori verifiche che sembrerebbero sovrapporsi agli accertamenti già compiuti in sede peritale nel contraddittorio tra le parti nel procedimento a carico di Alberto Stasi” concludono gli avvocati Tizzoni e Compagna.