Cultura: Tarquinia candidata a Capitale italiana 2028
Cultura e Spettacoli
19 Giugno 2025
Cultura: Tarquinia candidata a Capitale italiana 2028

TARQUINIA- E’ stata presentata questa mattina in conferenza stampa, presso il Museo nazionale archeologico, la candidatura ufficiale a “Capitale italiana della Cultura 2028” da parte della Citta’ di Tarquinia, che sara’ capofila di tutti i Comuni associati alla Destination management organization Etruskey Ets. E’ quanto si legge in una nota. Un titolo prestigioso – prosegue la nota – che viene conferito ogni anno da una commissione di esperti, nominata dal ministero della Cultura, e a cui Tarquinia ambisce assieme alla rete di cui fanno parte anche Allumiere, Barbarano Romano, Blera, Canale Monterano, Cerveteri, Civitavecchia, Ladispoli, Montalto Di Castro, Monte Romano, Santa Marinella, Tolfa. I rispettivi sindaci hanno siglato un protocollo d’intesa, a cui hanno aderito anche il Pact (Parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia), il Museo nazionale etrusco di Villa Giulia e la stessa Dmo, con un obiettivo comune: valorizzare, attraverso una progettualita’ condivisa, l’intero sistema culturale, archeologico e turistico di quest’area importante dell’Etruria meridionale nel Lazio, seguendo una strategia di sviluppo integrato, ampio e coeso.

Entro il 3 luglio la Citta’ di Tarquinia inviera’ al ministero della Cultura la manifestazione di interesse a rispondere al bando per il conferimento del titolo di ‘Capitale italiana della cultura 2028′, entro il 25 settembre trasmettera’ il dossier di candidatura e la documentazione da allegare. Nel dossier saranno previsti itinerari, eventi, progetti educativi e digitali, per coinvolgere cittadini e visitatori in un’esperienza di conoscenza profonda e partecipata, capace di legare paesaggio, memoria, comunita’ e futuro. La candidatura nasce dalla necessita’ di creare un sistema collaborativo fra tutte le istituzioni coinvolte nella valorizzazione culturale, sociale e turistica del territorio: in primis le dodici citta’ aderenti alla Dmo Etruskey, una nuova dodecapoli etrusca che intende sviluppare un progetto partecipato ed inclusivo che possa costituire l’inizio di un nuovo percorso di sviluppo territoriale. A supportare la candidatura non potevano mancare due istituti autonomi del Ministero della Cultura ben presenti in loco: il Parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia, attore fondamentale nei processi di sviluppo culturale locale, e il Museo Archeologico Nazionale di Villa Giulia che completa, con le sue collezioni, il gia’ rilevante patrimonio archeologico posseduto dalle dodici citta’ aderenti alla Dmo Etruskey.

A sostenere operativamente con il proprio bagaglio esperenziale anche la Dmo Etruskey, elemento questo che si pone in continuita’ con le azioni sviluppate negli anni precedenti dall’organizzazione di destinazione turistica, nata nel Lazio nel 2022 dall’unione di 12 enti pubblici e di circa 40 soggetti privati, per mettere a sistema le potenzialita’ e l’offerta di un territorio di 1.300 chilometri di estensione tra le province di Roma e Viterbo e con 191 mila abitanti, con il porto internazionale di Civitavecchia, con un sito Unesco, comprendente le necropoli della Banditaccia a Cerveteri e dei Monterozzi a Tarquinia, e con altri meravigliosi siti archeologici e naturalistici, come il Parco Archeologico di Vulci. Inoltre rappresenta un’occasione di coinvolgimento di altri partner istituzionali e del mondo dell’imprenditoria del settore turistico.

“Questa candidatura e’ maturata nel tempo e in continuita’ con le progettualita’ gia’ intraprese fra i due comuni che ricadono nel territorio del Sito Unesco delle necropoli etrusche di Cerveteri e Tarquinia – dichiarano il sindaco di Tarquinia, Francesco Sposetti, e la sindaca di Cerveteri, Elena Gubetti -. La volonta’ e’ quella di creare un sistema collaborativo forte e coeso che possa rappresentare il reale valore aggiunto per il territorio dell’Etruria Meridionale, coinvolgendo le altre citta’ del territorio che risultano fondamentali per la costruzione del sistema e per ampliare l’offerta sia dal punto di vista culturale, naturalistico ed in termini di ricettivita’ ed ospitalita’ dell’area”, concludono Sposetti e Gubetti.

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