Nazionale, decolla l’era Gattuso – Presentato a Roma al Parco dei Principi: “Niente paura”
Sport
19 Giugno 2025
Nazionale, decolla l’era Gattuso – Presentato a Roma al Parco dei Principi: “Niente paura”

ROMA – La nuova era della Nazionale italiana si chiama Gennaro Ivan Gattuso. Anzi, ringhia.. Gattuso. Perché dovrà esser tosta, grintosa, aggressiva. Per abbattere quella maledizione che, per colpe del nostro calcio e nostro movimento, significa niente Mondiale ormai dal 2014. Più di un decennio senza competizione iridate per una nazione che vanta quattro Mondiali. L’incubo, lo psicodramma, schizofrenico e drammatico che si vive a Coverciano, ha colpito pure Gravina stesso che, dopo la sconfitta con la Norvegia, ha voltato le spalle a Spalletti. E quindi Gattuso. Da settimana scorsa ufficialmente in carica, da oggi pure fisicamente in sella. Presentazione a Roma, al Parco dei Principi, stamani alle 11. Tanti giornalisti per affacciarsi su quella che oggi è la Nazionale e i suoi volti. Conferenza a tre: Gravina e Buffon presentano Gattuso.

GRAVINA Il presidente, accompagnato da Gigi capo della delegazione azzurra, spiega così: “Non solo entusiasmo, anche sacrificio e preparazione. Nessuno vince da solo, come ha detto, mi ha colpito. Il gruppo davanti a tutto. L’Italia aveva bisogno di lui, ha risposto senza esitazione. Gigi è stato fondamentale”. Gravina ha spiegato che nello staff tecnico di Gattuso non ci sarà soltanto Leonardo Bonucci, ma sarà ritagliato un ruolo anche a Barzagli. Azzurri all’azzurro, dunque, spiegando pure il progetto Prandelli: un progetto autonomo e parallelo, supervisione dei vivai di Coverciano, nel progetto anche Zambrotta e Perrotta.

GATTUSO E quindi parola a Gattuso, palla e attenzioni che passano al nuovo commissario tecnico: “La parola paura non deve esistere – subito slogan – dobbiamo ritrovare entusiasmo. L’Italia è un sogno che si avvera. Mondiali? Ho convinzione. Spero di far un bel lavoro e riportare l’Italia al Mondiale, per noi e per il nostro calcio è fondamentale.I giocatori li abbiamo, ma dobbiamo esser squadra. Dobbiamo ricreare una famiglia, è la cosa più importante oltre a moduli e tattica. La priorità. Ci deve esser voglia di star insieme anche nei momenti di difficoltà. Convocazioni? Ho già chiamato e chiacchierato con 35 giocatori, come Chiesa. Devono trovare sistemazione, far parlare il campo, quando le cose si fanno bene porte sempre aperte”.