(Adnkronos) – L’Iran non si fida ed esprime dubbi sulla tenuta del cessate il fuoco con Israele, in vigore da martedì dopo dodici giorni di guerra tra i due Paesi.
“Non abbiamo iniziato la guerra, ma abbiamo risposto con tutte le nostre forze all’aggressore – ha dichiarato il capo di stato maggiore iraniano, Abdolrahim Moussavi, citato dalla televisione di Stato -. Abbiamo seri dubbi sul rispetto da parte di Israele dei suoi impegni, incluso il cessate il fuoco, e siamo pronti a una forte risposta”. “Siamo vigili e pronti a reagire se necessario”, ha ribadito Moussavi.
Teheran ha quindi chiesto formalmente alle Nazioni Unite di attribuire a Israele e agli Stati Uniti la responsabilità della ‘guerra dei 12 giorni’, culminata in attacchi su obiettivi nucleari e militari. In una lettera indirizzata al segretario generale Antonio Guterres, il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha sollecitato il Consiglio di Sicurezza a riconoscere Israele e Washington come “iniziatori dell’atto di aggressione”.
“Chiediamo ufficialmente che il Consiglio di Sicurezza riconosca il regime israeliano e gli Stati Uniti come aggressori e ne riconosca le responsabilità conseguenti, inclusi il pagamento di risarcimenti e riparazioni”, si legge nel testo.
Il portavoce della magistratura iraniana ha intanto annunciato che almeno 71 persone sarebbero rimaste uccise nell’attacco israeliano al carcere di Evin, avvenuto lunedì scorso a nord di Teheran.
“Asghar Jahangir, portavoce del sistema giudiziario, ha confermato che ‘secondo le cifre ufficiali, 71 persone sono morte nell’attacco al carcere di Evin’,” hanno riportato i media iraniani. Il bombardamento, che ha sollevato forte indignazione in Iran, è avvenuto pochi giorni prima dell’accordo di cessate il fuoco che ha posto fine alle “Guerra dei 12 giorni”.


