ROMA – Chiuso il capitolo che imponeva totale priorità quale cessioni entro 30 giugno per sistemar bilancio rispettando i paletti imposti dall’Uefa e del suo Fair Play Finanziario, la Roma può guardare al futuro, all’immediato raduno e chiaramente a quelli che saranno i nuovi volti della prima campagna acquisti dell’era Massara. Ma ancor prima di acquistare tasselli che parlino il lessico del calcio di Gasperini, era fondamentale soprattutto blindare i più forti, gli insostituibili, su cui costruire la Roma del presente e quella del futuro. Su tutti Mile Svilar, probabilmente il pezzo più grosso, l’oggetto del desiderio dei club più prestigiosi d’Europa, uno dei portieri più forti in circolazione. Rendimento straordinario, letteralmente esploso la scorsa stagione. Lanciato da De Rossi, consacrato da Ranieri. E proprio Sir Claudio è stato decisivo: se l’è coccolato, l’ha fatto sentire importante, l’ha persuaso della bontà del progetto Roma. Un progetto per i vertici che possa rispecchiare le sue ambizioni. Ed argomenti economici, analogamente sul piatto, per chiuder tutto: alla fine la Roma ha mollato e accontentato in tutto l’entourage di Svilar, offrendo quattro milioni a stagione. Contratto lunghissimo: 2030. Altri cinque anni a cifre più che raddoppiate. Insomma, la fatidica fumata bianca che settimane fa era dietro l’angolo con passi d’avvicinamento decisivi, adesso è finalmente arrivata. Manca solo l’ufficialità che presumibilmente arriverà nei prossimi giorni se non nelle prossime ore. Ma la Roma può brindare, i tifosi possono tirar un sospirone di sollievo: guantoni d’alta classe, la porta giallorossa è al sicuro. Per tanti e tanti anni.
