Wimbledon – Alieno Sinner, bandiera bianca Djokovic: ancora finalissima con Alcaraz
Sport
11 Luglio 2025
Wimbledon – Alieno Sinner, bandiera bianca Djokovic: ancora finalissima con Alcaraz

WIMBLEDON – Non c’è stata partita. Dall’inizio alla fine. Un tre a zero dominante, sin dalle primissime battute. Un italiano torna in finalissima sul verde di Wimbledon quattro anni dopo l’ultima volta, quando fu Berrettini a far sognare mezzo Bel Paese e scrivere una delle pagine più belle della sua carriera. Stellare, Sinner. Ancora una volta. Strapazzato Djokovic, ormai lontano dai livelli di un mostro come l’altoatesino. Sarà ancora finale con Alcaraz, domenica. Due fenomeni, nettamente più avanti di tutti gli altri. Sarà duello rusticano e generazionale, destinato a dominare il palcoscenico internazionale almeno per il prossimo decennio. Stavolta sperando di scrivere un finale differente rispetto a Roma ma soprattutto Parigi: nella Capitale era appena rientrato, a Parigi ha sfiorato il colpo grossissimo fino all’ultimo respiro. Ma con lo spagnolo avanti 8-4 negli scontri diretti, mai come stavolta post Clostebol si sente ottimismo. Un Sinner così fa stropicciare gli occhi. E adesso punta a prendersi la doppia rivincita. Anche perché la voglia di prendersi Wimbledon per la prima volta in carriera sarebbe qualcosa di stupefacente, straordinario. Un bottino troppo grosso. Dall’altra parte il campione in carico, chi per primo proprio in finale scalzò un’istituzione come Djokovic, dodici mesi fa. Adesso vuol difendere il titolo, ma Jannik sente l’odore del sangue. Il vero Jannik è tornato. Standing ovation a Wimbledon: fenomeno assoluto. Demolito uno come Djokovic, che ha provato durante la gara a sbaragliare le carte e mirar un pizzico di luce all’inizio del terzo set, ma nel complesso non c’è stato niente da fare: tre a zero. Impressionante il dominio, non soltanto nei punteggi: 6-3, 6-3, 6-4. Uno degli unici due, assieme pensate a leggenda Nadal, a battere cinque volte Djokovic a livelli come questi. Un Nole ormai dominato da Sinner, su qualsiasi superficie. E sono stati proprio gli occhi di Djokovic, pescati a tratti dalla regia britannica, ad evidenziare le espressione di un dominio subito. D’esser di fronte qualcosa di più grande. La resa al numero uno al mondo. Dominante. Sia come servizio che subito in risposta aggressivo ha letteralmente dominato l’avversario. Nemmeno Nole probabilmente si aspettava un ritmo del genere. Oltre che il gioco, stavolta ha subito anche la personalità di Jannik. Qualcosa che fa specie. Precocità della grandezza: a soli 23 anni diventa riesce già ad infilare quattro finali Slam consecutive. E pensate, nonostante i mesi di squalifica e lungo inverno ai box complice caso Clostebol. Straordinario, in tutto e per tutto, adesso punta a coronare l’ennesimo splendida cavalcata con quel che sogna di più: Wimbledon. Domenica, nel tempio del tennis, andrà in scena l’atto e quel duello più grande che questo sport adesso, e ribadiamo per tanti anni, possa offrire.