LONDRA – Sono ore decisive a Londra. In casa Arsenal, soprattutto. Sono i Gunners quelli più attivi della prima metà d’estate, sul mercato della Capitale britannica. Fronte Premier, la missione è ridurre quel fatidico gap col Liverpool per cercare, una volta per tutti e dopo gli stessi anni di Man City, di sferrar l’assalto decisivo alla Premier. E pure il buon Mikel Arteta sembrerebbe aver definitivamente assorbito quel concetto che negli ultimi anni gli è stato contestato: un centravanti puro, grosso e forte, per l’ultimo decisivo scacco matto al titolo. Non c’è stato, non c’è mai stato, sono sempre state fatte altre scelte: Havertz falso nueve, Jesus mezza punta differente. Ecco che quindi se agli albori di giugno sembrava Sesko l’oggetto del desiderio più elegante e raffinato, Arteta ha deciso di sterzare e ribaltare i suoi orizzonti: punta pura, la più forte sul mercato, Viktor Gyokeres. Da settimane ormai tema predominante all’ordine del giorno, sembrerebbe finalmente discesa finale: giorni decisivi. Il cannibale punta i piedi: ha disertato il ritiro, ha totalmente rotto con lo Sporting, non vuol più tornare a Lisbona. Rimasto in Svezia in attesa di buone nuove, la distanza tra club si sta sempre più assottigliando: sul prezzo ci siamo, accordo sugli 80 milioni, abbassata la richiesta iniziale dei 90. ma sono formule e bonus quelle che ancora non quadrano: l’Arsenal offre 65+15, lo Sporting chiede 70+10. Nulla di trascendentale o insormontabile, dunque. E poi colpo grosso, enorme. Quel che può cambiare, definitivamente stavolta, la traiettoria dei Gunners. Che oltre a Saka, Odegaard e Martinelli potrebbero tra l’altro rinforzare ulteriormente la propria trequarti (in un reparto in cui è sempre presente jolly Merino, ndr) , nelle prossime ore: arriva quella che è un’alternativa, strapagata, felicissimo di spedigliergliela il Chelsea, Nodi Madueke, ben 50 milioni nelle casse dei blues. Che stappano, a differenza di sostenitori dei Gunners che dopo tanti anni cominciano a soffrire di impazienza. E quindi, paradosso biancorosso, se Gyokeres dovrebbe significare soltanto entusiasmo e fermento, qualcuno contesta e imbratta muri attraverso dediche non proprio carinissime al signor Arteta. Che comunque continua a far mercato e, dopo Kepa tra i pali alternativa a Raya e Zubimendi/Norgaard in mediana salutato Thomas Partey (che di grane all’esterno del rettangolo di gioco ne passerà eccome, ma queste sono altre faccende), punta l’ultimo tassello finale, post Gyokeres: sarà assalto ad Eze, del Palace. Questo sì che sarebbe la ciliegina sulla torta: potente motore tuttofare, un pezzo che al Palace ha significato tanto, il loro calciatore migliore, clausola di 68 milioni, chiuso fronte Gyokeres l’Arsenal sarà pronto a pagare, ancora. E allora sì che le contestazioni, o qualche malumore di troppo, finirà. Ma con un’astronave tra le più forti, difficilmente Arteta potrà sbagliare.
MULTIPROPRIETA’ E RIAMMISSIONE LIONE: PALACE RETROCEDE IN CONFERENCE E FA RICORSO, FOREST IN EUROPA LEAGUE E proprio con Eze apriamo il capitolo successivo. Eze ha trascinato il Crystal Palace a livelli mai vissuti: trionfo a Wembley, prima storica Coppa d’Inghilterra e trofeo per le Eagles del sudovest di Londra. E’ rimasto un anno in più mentre fratellino Olise viaggiava direzione Bayern; la scelta s’è rivelata vincente, gol decisivo sotto l’arco e storia, ma adesso si sente pronto al grande salto e next level. Anche perché, con la riammissione del Lione prima in Ligue 1 e quindi nel calcio europeo, complice stessa proprietà non potranno disputare la stessa competizione: disperazione Palace, addio Europa League, retrocessione in Conference. Brinda il Nottingham, che sale in Conference, scambio conseguenziale tra britanniche. Il Palace annuncia ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport, ma difficilmente sussisteranno tempi tecnici da qui alle prossime settimane per ribaltar destino, coi campionati alle porte e una stessa Premier che aprirà i battenti il prossimo ferragosto.
GIALLO GIBBS-WHITE Tra gli altri movimenti britannici c’è una vicenda che col passare delle ore sta passando sempre più in copertina. Sembrava tutto filar liscio per il secondo immediato grande colpo, boom boom, del Tottenham dopo Kudus: non solo i 55 milioni al West Ham per l’esterno ghanese, ma soprattutto i 60 al Forest per quel motore e gioiello su cui a Nottingham hanno costruito la cavalcata 24/25 fino a sfiorare un clamoroso e storico ritorno in Champions League, Morgan Gibbs-White. Era già pronto alle visite mediche a Londra quando però l’ostica proprietà Marinakis hanno deciso di ricorrere a vie legali: appello e ricorso Premier, il Tottenham avrebbe pagato la clausola rescissoria (per l’appunto ammontante a 60 milioni di sterline) senza passare dal Forest. Attenzione, si può normalmente fare, con quasi tutte le clausole. Nascono proprio storicamente per questo motivo: c’è un prezzo, se il calciatore accetta al club viene soltanto notificato avviso e pagamento senza poter intervenire, in alcun modo. Ma da qualche anno sussistono clausole segrete, di quelle che non si possono rilevare, di quelle che per sfruttarle devi per forza passar dal club d’appartenenza dal calciatore, non più soltanto dai suoi agenti. Ecco a cosa si appella il Forest. Da capire la Premier a chi darà ragione: in ogni modo, il caso si allungherà e diventa quasi un thriller.
VETERANI Sugli altri fronti di mercato spuntano invece romantici movimenti di veterani, gente che poteva scegliere nuove frontiere invece nonostante la carta d’identità un pochino come record Milner a Brighton nutre ancora voglia di misurarsi in palcoscenici Premier seppur in piazze di provincia. Anzi, è proprio questo l’aspetto romantico. Perché dopo Walker a Burnley dall’amico Parker, anche Henderson torna in patria: firmerà nelle prossime ore a Londra col Brentford, chiusa l’esperienza all’Ajax. Walker, Henderson e Milner ancora in attività: Premier generazionale.

