Niente ciliegina sulla torta per il PSG. Finisce al Chelsea il primo lungo Mondiale per Club a 32 squadre, tra orari complicati, caldo estenuante, tanti soldi ma poco fascino ma pur sempre storica edizione iridata senza precedenti nel calcio delle società dei giorni d’oggi. Sorpresona a New York dove stavolta, forse peccando di superficialità, forse stanco, forse effettivamente proprio stremato, il PSG lascia al Chelsea la finalissima dopo aver dominato la stessa competizione centrando vittorie grosse e mediatiche a suggellare straordinario seguito nell’annata d’oro, quella della Champions League. Ma dopo aver trafitto Bayern e Real evidentemente il Paris ha sottovalutato l’ultimo passo, che ai più meno esperti poteva sembrar formalità, ma così non sarebbe minimamente stato. Era la grande occasione per i Blues di tornare a far colpi grossi a livelli come questi: il Chelsea, affamato, non ha sbagliato. Ed ha fatto a fette la distrazioni transalpine freddando la gara già nella prima frazione: doppio glaciale Palmer in fotocopia, doppietta e super assist per Joao Pedro, tre a zero e gara sostanzialmente in cassaforte già da quell’intervallo che in casa Luis Enrique stavolta non sortisce alcun effetto sperato. Montagna da scalare e caldo torrido, mentalità e massima attenzione Blues, quasi vecchie maniere ad alzar muro come negli anni mourinhani/contiani/italiani. Invalicabile per il PSG: passano i minuti, Cucurella provoca, Sanchez stavolta para e si chiude così. Tre a zero Chelsea, sorpresona, colpo grosso sfruttando cavalcata più agevole e lesto, furbo, se la porta a casa. Colpaccio di Maresca che scrive forse la pagina più prestigiosa della sua giovane carriera. Il Chelsea, dopo aver centrato qualificazione Champions e stravinto la Conference, silenziosamente arriva fino in fondo in America terra dei suoi proprietari e la conquista. Chelsea campione del mondo 2025.

