WIMBLEDON – La rivincita più grande. Più straordinaria. Più storica. Già, Sinner dritto dritto proprio storia. Altro che Roland Garros, fiocca la rivincita più grande nel tempio oltremanica: Sinner stavolta batte Alcaraz, si prende Wimbledon, diventa il primo azzurro di sempre a trionfare in singolo nel massimo tempio britannico, in un anno in cui soltanto mesi fa sembrava vera fantascienza, dopo tutti i veleni prima e durante la squalifica per caso Clostebol. Tre mesi di inattività: ha impiegato pochissimo a rientrar al livello dei più grandi, ha impiegato 60 giorni a tornare il più forte di tutti. Stratega, tattico, perfetto. Stava bene, adesso sì. L’aveva preparata meticolosamente, da settimane. E stavolta non ha sbagliato. Un martello. E stavolta quel mostro di Alcaraz è finito nella ragnatela dell’altoatesino. Campione puro, anche mentalmente: sotto di un set, la ribalta con un triplo 6-4. A Sinner mancava la ciliegina sulla torta di una carriera a dispetto della precoce età già leggendaria: è il miglior azzurro di sempre, è il numero uno al mondo, gli mancava l’impresa mai raggiunta da alcun tricolore. Wimbledon. Eccolo. Adesso finisce la sua traiettoria nel tempio dell’immortalità ed è difficile trattener le lacrime: per il suo staff, forse per Binaghi, soprattutto per la sua famiglia. Anche persino per lui, commosso mentre la folla lo acclama. Un successo straordinario per lo sport italiano. Sinner, il più forte di tutti.

