di Simona Tenentini
VITERBO – Oltre mille persone, in piazza San Lorenzo a Viterbo ieri sera, ad accogliere Edoardo Leo ospite del Tuscia Film Fest.
Un ideale, caloroso abbraccio che ha visibilmente emozionato l’attore che, dopo aver ricevuto il premio Manganiello e la proiezione del film FolleMente, si è raccontato a cuore aperto, ma anche con determinazione, a tutta la piazza.

In un piacevole excursus della sua carriera attraverso la sapiente guida del giornalista Enrico Magrelli, Leo ha ripercorso l’evoluzione e la crescita del suo percorso artistico “perchè un attore non si giudica dagli ultimi sei o sette anni di successo, ma si “costruisce” in tourneè massacranti, in ore ed ore di studio, in stipendi da fame.

Alla fine quello che fa la differenza è l’ostinazione e la determinazione ad andare avanti…nonostante tutto.
Io faccio questo mestiere da trentun anni e a guidarmi non è la passione – ha specificato – con la passione puoi fare padel o andare a cavallo, fare l’attore è una cosa diversa, ci vuole la voglia di andare avanti.
Alla fine gli sforzi ed i sacrifici vengono premiati, basti pensare che FolleMente sta facendo il giro del mondo e, a fine mese, uscirà in 30000 sale cinematografiche in Cina. Un successo per il film ma, soprattutto, per l’Italia, troppo spesso bistrattata in questo settore.”
“Vedere piazze gremite come questa è sempre un’emozione – ha concluso Edoardo Leo, citando con orgoglio le sue origini – io vengo dalla provincia, sono cresciuto a Sutri e porto sempre con affetto nel cuore i miei ricordi di infanzia che, alla fine, sono quelli che hanno indirizzato anche le mie scelte future, in particolare l’ambizione di fare un cinema “popolare” che, come mi ha insegnato Gigi Proietti, sia in grado di accomunare il laureato alla persona più umile, in una sorta di grande abbraccio inclusivo”.

