Rocca, “casi autoctoni, dopo task force daremo linee guida”
LATINA – Nel Lazio sono stati accertati i primi due casi di West Nile. Si tratterebbe, dai primi riscontri, di due persone 70enni di Latina, non collegate tra loro. Entrambe starebbero in cura all’ospedale Goretti di Latina.
“Abbiamo i primi due casi autoctoni di West Nile nel Lazio. Nessun allarme ma va tenuta alta la guardia. Da qualche anno il virus è endemico nel nord e centro Italia e questi sono i primi due casi endemici qui”, ha detto il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, a margine di un evento all’Umberto I.
Nel pomeriggio si svolgerà “la task force e a seguito di questa si daranno tutte le indicazioni ai medici di base e ai pronto soccorso perché ci sia una pronta individuazione dei casi, con tutte le procedure che noi normalmente allertiamo quando si verificano casi di questo tipo – ha aggiunto Rocca – Al momento il virus si trasmette prevalentemente tramite puntura da insetto e rarissimi sono i casi da trasfusione. Faremo i controlli previsti dalle linee guida e monitoriamo la situazione con la giusta attenzione”, ha precisato.
La febbre West Nile (West Nile Fever) è una malattia provocata dal virus West Nile (West Nile Virus, Wnv), un virus della famiglia dei Flaviviridae isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, appunto nel distretto West Nile (da cui prende il nome). Il virus è diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America.
I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del tipo Culex), le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo. Altri mezzi di infezione documentati, anche se molto più rari, sono trapianti di organi, trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza. La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette. Il virus infetta anche altri mammiferi, soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli e altri.

