VITERBO – Un evento escluso ufficialmente dal bando Cultura 2025 del Comune di Viterbo è stato finanziato con 15 mila euro dalla giunta comunale a meno di 24 ore dal suo svolgimento. Il caso del Live Aid Legacy 2025, andato in scena sabato 19 luglio in una piazza San Lorenzo semivuota, sta alimentando un acceso dibattito sulla gestione dei fondi pubblici da parte dell’amministrazione guidata dalla sindaca Chiara Frontini.
La questione nasce dalla graduatoria ufficiale del bando Cultura, approvata il 9 luglio 2025 con determinazione dirigenziale n. 1841. Il progetto presentato dall’associazione Ancit ha ottenuto un punteggio di 51, al di sotto della soglia minima di 60 punti prevista per l’accesso ai contributi pubblici. Nonostante ciò, il 18 luglio, con delibera di giunta n. 239, è stato approvato un contributo straordinario di 15 mila euro a favore della società organizzatrice, esclusivista dell’iniziativa.
La giunta ha motivato la decisione con la “valenza turistica” dell’evento, concedendo anche l’esenzione dal pagamento del suolo pubblico, dalla relazione di impatto acustico e promuovendo manifestazioni collaterali in piazza delle Erbe. Alla votazione non era presente il vicesindaco e assessore alla cultura Alfonso Antoniozzi.
Sulla vicenda è intervenuto anche Fratelli d’Italia, con un’interrogazione firmata dal presidente del circolo viterbese, Luigi Maria Buzzi, che punta il dito sul “metodo Frontini” e chiede trasparenza e chiarimenti. “Ci domandiamo – scrive Buzzi – come possa essere giustificata l’assegnazione discrezionale di un contributo economico a un’iniziativa esclusa da una procedura pubblica, per di più con un importo superiore al tetto massimo di 10 mila euro previsto dal regolamento stesso”.
Buzzi sottolinea come questa scelta rischi di svuotare di significato i criteri di valutazione previsti dal bando e di scoraggiare le realtà culturali che hanno partecipato correttamente. Nessuna critica viene mossa all’organizzatore, ma il tema resta quello della coerenza amministrativa: “Che senso ha emanare un bando se poi si procede a finanziare fuori graduatoria e oltre i limiti previsti?”. Per Fratelli d’Italia, si tratta dell’ennesimo esempio di un approccio poco lineare, che alimenta dubbi sulla trasparenza, l’equità e la correttezza nell’uso delle risorse pubbliche.
Al momento, non si registrano reazioni ufficiali da parte dell’amministrazione né spiegazioni pubbliche. Restano in sospeso domande essenziali: perché finanziare un progetto escluso dal bando? Perché superare il tetto massimo previsto? Perché ignorare i punteggi e le regole della selezione pubblica? La vicenda rischia di diventare un caso politico.

