Acquapendente – Critiche sulla gestione della cultura: “Esternalizzata e riservata agli amici esclusivamente di sinistra”
Cultura e Spettacoli
24 Luglio 2025
Acquapendente – Critiche sulla gestione della cultura: “Esternalizzata e riservata agli amici esclusivamente di sinistra”
Una lettera da parte di un cittadino solleva dure critiche a una kermesse "politicamente poco inclusiva"

ACQUAPENDENTE – Abbiamo da poco ricevuto una lettera aperta da un cittadino che solleva dure critiche in merito alla gestione degli eventi culturali da parte dell’ente e alla scelta di affidarne l’organizzazione a una società esterna.

Riportiamo di seguito la lettera in forma integrale:

«Capisco che chi vince comanda, ma quando si vince con la lista “Immagina Aquesio” e le prime due voci sono Turismo e Cultura, decidi che è meglio non lasciare nulla all’immaginazione, per imboccare la strada migliore: la rassegnazione.

La cultura è totalmente estranea all’attuale amministrazione; tant’è che l’ha esternalizzata a DEMEA eventi culturali. Bisogna includere, essere inclusivi. Ma se includi chi orbita nell’area del PD per forza escludi tutti gli altri. Il punto è che per Lorsignore il PD è il bene e gli altri è meglio che se ne stiano a casa. Una siffatta idea manicheistica è andata ad aggiungersi al retaggio dell’ex Partito Comunista Italiano. Tant’è che l’uomo più buono del mondo, inserito nel sito Demea fra le personalità più richieste, verrà a Settembre alla Rugarella.

Come accennavamo, essere inclusivi vuol dire essere esclusivi, e chi è escluso non ha motivo d’adombrarsi. Perché non chiamare Matteo Renzi, Matteo Salvini, Carlo Calenda? Non sia mai: con Walter Veltroni andiamo sul sicuro: editorialista, regista, giallista. Ad Acquapendente, però, non potrebbe ambientare un giallo, perché il risultato si conosce dapprima. Ricordiamo Juan Domingo Peròn: “agli amici, tutto, per i nemici, nemmeno giustizia”. Intanto, se la Sindaca esternalizza, perché aveva inserito nel programma la voce ‘cultura’ se l’avrebbe appaltata ad altri? Perché avere un assessorato alla cultura, se la cultura l’avrebbe data a una società esterna, la quale non può vivere d’aria, ma ne trae il giusto profitto? E perché il giusto profitto non lo trae il Comune? La risposta è facile: perché altrimenti si rischiava di far parlare alla Rugarella un estraneo alla sfera del potere del PD.»

La lettera, come ben si evince dal testo, pone una serie di domande sulla coerenza tra programma elettorale e scelte amministrative in ambito culturale, sull’affidamento a soggetti esterni e sulla rappresentatività politica degli eventi proposti.

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