Tornano tempi duri, anzi durissimi per Matteo Berrettini. Dopo il dolorosissimo ritiro di Roma davanti alla sua gente agli Internazionali col norvegese Ruud per quel dolore addominale, così delicato ed a tratti incomprensibile, che l’ha martoriato fino a Wimbledon dove è stato eliminato al primissimo turno, il “Martello” continua inesorabilmente a saltare appuntamenti. Uno dopo l’altro. Dopo Gstaad e Kitzbuhel, originariamente parte integrante del suo programma estivo, è costretto ufficialmente a dar forfait pure a Toronto. Esattamente come Sinner. Ma a differenza di Jannik versa in condizioni complicate, che preoccupano e continuano a preoccupare, anche perché ha giocato pensate una sola gara, a questo punto, negli ultimi due mesi e mezzo. E chissà a questo punto per quanto si protrarrà l’astinenza. Al momento continua a figurare nei programmi e nei tabelloni originali di Cincinnati e quindi gli US Open, ma i grandi obiettivi e grandi sogni a stelle e strisce tornano ormai fortemente in discussione. Una serie di costanti e ripetuti forfait che significano ormai prossima esclusione da quella Top 50 scorso inverno faticosamente riconquistata, ma che soprattutto tornano a rispedire minacciose e misteriose nuvole pronte a riaddensarsi sul suo futuro professionistico.


