BOLOGNA – Era nell’aria da tempo. Più di giorni, settimane. Mesi: paventato. Serviva solo stabilire il momento giusto. Arrivato dopo Ferragosto. Marco Belinelli ha dato l’annuncio: il campionissimo, ormai 39 lunghissime e gloriose primavere, lascia il cosiddetto basket giocato. Una carriera di 23 anni, quasi 20 ai massimi livelli. Si chiude un cerchio, un enorme cerchio della vita. Non c’era probabilmente estate migliore per chiudere il suo percorso sul parquet. Da Bologna a Bologna, scelta romantica. Ha iniziato con la Virtus, prima di passare e vincere con la Fortitudo, far vedere a tutto il Paese e l’estero d’esser già di un’altra categoria tanto da attrarre storicamente le attenzioni NBA: 13 anni a stelle a strisce, altro che comparsa bensì da protagonista, unico azzurro a vincere un titolo, unico azzurro a vincere l’anello. Numeri straordinari con la nazionale stessa, annate d’oro nella stessa generazione dei Gallinari e Bargnani, quarto realizzatore di sempre nella storia azzurra. Fino al ritorno a Bologna nel 2020 e gli ultimi 5 anni di carriera: chiusi in gloria, tra coppe e scudetti, fino all’ultimo, qual miglior modo per chiudere, 2025. E così, nelle campagne padane di San Giovanni in Persiceto, dove tutto ebbe inizio si scrisse fine: video commovente sui social, il ringraziamento al basket, a quei sogni cullati e realizzati da quel bambino diventato uomo. E quel messaggio, a congedarsi e chiuder il cerchio: “Ci ho messo il cuore. Ogni briciolo di me stesso. Ogni singolo giorno. La pallacanestro mi ha dato tutto… e io ho dato tutto a lei. Non è facile dire addio. Ma è il momento. Porto con me ogni emozione, ogni sacrificio, ogni applauso. Grazie a chi c’è sempre stato. Ai più giovani, lascio un sogno. Fate in modo che valga la pena”.
